IRENE PUCCIONI
Cronaca

Poggianti di fronte ai pm: "Massima collaborazione. Non arretro di un passo"

Oggi il primo interrogatorio in procura. Il vicepresidente del consiglio comunale di Empoli, indagato insieme a Belgiorno per il caso Cocci, si dice "sereno". "La perquisizione ha anche la funzione di scagionare".

La perquisizione all’interno dello studio legale di Poggianti a Empoli (Gasperini)

La perquisizione all’interno dello studio legale di Poggianti a Empoli (Gasperini)

Oggi Andrea Poggianti sarà interrogato dalla Procura di Prato. Gli inquirenti acquisiranno la sua versione difensiva rispetto alle accuse che gli sono state mosse per il “caso Cocci“. Il vicepresidente del consiglio comunale di Empoli, nonché capogruppo e componente del CentroDestra per Empoli, è indagato insieme a Claudio Belgiorno, già consigliere comunale di Fratelli d’Italia a Prato, nell’ambito dell’inchiesta sul caso che ha coinvolto Tommaso Cocci, il 34enne avvocato ed ex capogruppo di Fratelli d’Italia al Comune pratese, candidato in pectore alle regionali, destinatario di lettere minatorie con diffusione di foto intime inviate dopo essere stato adescato on line. Missive che sono state spedite anche ad altri appartenenti a FdI e non solo e dove si faceva riferimento anche all’appartenenza di Cocci alla massoneria.

"Da parte mia c’è massima collaborazione con gli inquirenti", afferma Poggianti, che dal punto di vista politico non ha intenzione di arretrare di un millimetro. "Non mi dimetto. No, assolutamente no. Sono indagato, mica condannato in terzo grado. Oggi c’è l’occhio del ciclone sulla notizia... Il processo non è neppure iniziato. Ricordiamoci che la perquisizione ha finalità non solo di accusa. È funzionale anche a scagionare eventualmente una persona o a dimostrare altre circostanze". Affermava già mercoledì sera dopo 13 ore di perquisizione in lungo e in largo per la Toscana con gli uomini della guardia di Finanza di Prato e Firenze e della Digos della Questura di Prato che setacciavano, nel massimo riserbo, l’ufficio legale empolese di via Ponzano e tutte le proprietà sue e della famiglia. "Io sono sereno e confido nella magistratura e nel buonsenso".

Andrea Poggianti, avvocato, 35 anni, dunque, non lascia alcun incarico pubblico, ma va avanti senza alcun tentennamento. La volontà è di continuare a lavorare per la sua città in attesa che la Giustizia faccia il suo corso. Intanto già oggi potrà rilasciare la propria versione dei fatti e fare chiarezza rispetto a un’indagine che nasce dalla diffusione, avvenuta tra ottobre 2024, marzo 2025, fino ai primi giorni di settembre, di numerose lettere anonime contenenti materiale privato e pesanti accuse a sfondo sessuale contro Cocci. Le immagini incriminate, ritraenti l’avvocato nudo, sarebbero state trasmesse senza il suo consenso a esponenti politici, giornalisti e sostenitori dello stesso schieramento politico, Fratelli d’Italia. Le lettere, oltre a contenere il materiale visivo, riportavano condotte di Cocci durante presunte orge gay, con il coinvolgimento - secondo quanto scritto - anche di minorenni e l’assunzione di stupefacenti. Accuse gravi, non solo per i contenuti, ma per la strategia comunicativa che, secondo la Procura di Prato, puntava deliberatamente a delegittimare l’immagine pubblica di Cocci attraverso una vera e propria campagna di discredito.

Dopo le perquisizioni, ispezione e sequestro di carte, pc e supporti informatici nei confronti dei due indagati "ai fini di acquisire elementi di prova funzionali a verificare la fondatezza delle accuse o a dimostrare l’estraneità degli indagati ai fatti oggetto di contestazione", si legge nella nota del procuratore Luca Tescaroli, adesso è il momento degli interrogatori dei due indagati per acquisire la loro versione difensiva.

Irene Puccioni