ILENIA PISTOLESI
Cronaca

Larderello patrimonio umanità?. La proposta di una storica dell’arte

L’idea di Annastella Rondinella della cattedra Unesco Sustainable energy communities dell’università di Pisa. Il confronto con altre realtà: "Questo paese incarna un’utopia pragmatica che funziona e produce".

Il vapore geotermico che esce dalla terra in un paesaggio tipico di Larderello

Il vapore geotermico che esce dalla terra in un paesaggio tipico di Larderello

Se Pienza e Sabbioneta incarnano il modello rinascimentale di “città utopica“ progettata per l’uomo, a Larderello si manifesta un nuovo paradigma: la “città utopica reale“ plasmata dall’energia. Questo è il punto centrale di un recente articolo pubblicato sulla rivista scientifica GreenReport da Annastella Rondinella, storica dell’arte e membro della cattedra Unesco Sustainable energy communities dell’università di Pisa. La sua analisi propone una candidatura di Larderello come Patrimonio mondiale dell’Umanità, evidenziando il suo valore unico a livello globale.

Il testo sottolinea come Larderello, il cuore mondiale del vapore che sgorga nelle viscere della terra, non sia una semplice frazione, ma un laboratorio vivente dove la geologia si fonde con l’industria per creare una comunità. Dal 1818, come ricorda Rondinella, con la produzione di acido borico, e dal 1904, con la prima lampadina accesa al mondo grazie al vapore naturale, l’area ha sviluppato un modello produttivo e sociale che integra tecnologia, lavoro e identità locale.

L’analisi di Rondinella mette in parallelo Larderello con le ben note città ideali di Pienza e Sabbioneta, già riconosciute dall’Unesco. Mentre queste ultime rappresentano l’applicazione teorica di un’armonia architettonica e sociale, il paese di Larderello incarna un’utopia pragmatica che funziona e produce: genera elettricità, calore, reddito e coesione sociale. La geotermia toscana, infatti, soddisfa circa un terzo del consumo elettrico regionale e fornisce calore a migliaia di utenze, serre e centri turistici.

L’articolo suggerisce che Larderello potrebbe essere candidata per l’Unesco secondo diversi criteri. In primis, lo scambio di valori, come esempio di dialogo tra tecnologia, paesaggio e comunità. Poi la testimonianza vivente, ovvero come tradizione culturale legata all’uso responsabile di una risorsa del sottosuolo. E infine il paesaggio industriale-energetico: come modello che illustra un passaggio chiave nella storia umana, dalla boracite all’elettrificazione geotermica.

Secondo l’autrice, in un’Italia che ha già celebrato le città ideali (Pienza e Sabbioneta) e quella industriale (Ivrea), Larderello offre un terzo, innovativo paradigma: la città dell’energia. "Mentre Pienza e Ivrea rappresentano l’applicazione teorica di un’armonia architettonica e sociale, Larderello incarna un’utopia pragmatica che funziona e produce". L’autrice definisce la geotermia toscana una macchina sociale che continua a funzionare, generando elettricità, calore, reddito e coesione sociale.