
Tante persone hanno partecipato all’incontro (Acerboni/FotoCastellani)
Pistoia, 25 settembre 2025 – Non si placa il fenomeno funghi, e porta con sé gioie e dolori. Molte zone della Toscana sono interessate da una buona fruttificazione, e la provincia di Pistoia non è rimasta a digiuno. I boschi sono letteralmente presi d’assalto, dalle colline alle altitudini maggiori. Ovunque è possibile imbattersi in anomali e improvvisati parcheggi bordo strada di auto di fungaioli. E se un tempo per vedere con i propri occhi un raccolto di giornata bisognava riuscire a beccare l’esperto cercatore che di ritorno dai boschi passare nella piazza del paese, adesso basta aprire i social.
I nuovi mezzi di condivisione sono tempestati di immagini per mostrare al mondo le proprie abilità di ricercatori. Si va dai video nel bosco che mostrano il momento del ritrovamento e della cavatura, alle foto a fine giornata con quantità o funghi da record. È proprio sempre più un tempo lontano quello di quei cercatori che passando in paese avrebbero in prima istanza risposto “no no, ancora non si trovano”, volto a custodire gelosamente il segreto. Questi due fattori, social e popolarità, hanno contribuito ad aumentare in modo esponenziale chi decide, da un giorno ad un altro, di improvvisarsi cercatore. E questo spesso porta con sé problemi. Le cronache giornalmente raccontano di persone che si perdono nei boschi e dagli esperti arrivano i moniti su educazione e informazione, sia sul rispetto della natura che sulla tutela della salute. Ma sui social c’è anche chi si impegna per portare il suo sapere alla portata di tutti.
Una voce e un volto familiare tra i cercatori è Nicolò Oppicelli. Noto micologo, divulgatore, collaboratore della trasmissione di Rai3 Geo e componente del direttivo dell’Associazione Micologica Bresadola ha affascinato martedì sera i tantissimi presenti, circa trecento, all’evento a ingresso gratuito che si è tenuto in collaborazione con l’Associazione Micologica Pistoiese. “I social che dovrebbero contribuire a fare cultura in alcuni casi la fanno sbagliata o maleducata. Non portano all’educazione ambientale, boschiva, al rispetto di una passione e di un’attività, come la ricerca dei funghi, ma a volte concentrano il tutto nel voler mostrarsi con il trofeo o la raccolta fatta prima degli altri - ha evidenziato Oppicelli -. Un tempo i fungaioli custodivano segretamente il momento nel quale iniziava la nascita dei funghi, mentre adesso è diventata una gara a chi lo trova per primo, fomentata da persone che si definiscono influencer, ma che invece sono solo dei distruttori. Molto spesso causando un sovraffollamento di cercatori quando ancora i funghi iniziano a nascere, non avendo così il modo di svilupparsi”.
Il non dover rischiare la vita per un fungo e la necessità di avere una corretta educazione ecologica sono stati due cardini dell’incontro. “Al giorno d’oggi viene evidenziato con attenzione ed enfasi più il trofeo, l’interesse di raccogliere un fungo nel cesto, prima di ciò che veniva insegnato dai nostri nonni o comunque dalle generazioni cresciute in ambiente di colline e montagne: che il bosco è una risorsa e come tale va rispettato - ha spiegato Nicolò Oppicelli -. Non bisogna andare a funghi solo per togliere qualcosa alla natura, ma bisogna andare nel bosco per poter ricevere qualcosa. Il piacere della camminata, un fungo da mettere in padella, ma anche vivere l’essenza della natura nel profondo”.
Gabriele Acerboni