Pistoia, 29 luglio 2025 – È caduto sotto i fendenti sferrati dal suo assassino, Salvatore Blandino. Colpi feroci, al petto e su tutto il corpo, dai quali l’anziano si è difeso con tutte le sue forze usando le sue mani, a proteggersi: a dirlo sono le ferite riportate dalla vittima sul dorso di entrambe. Poi sarebbe arrivato il colpo mortale, quello tirato dall’assassino al collo, che ha reciso la giugulare. Il colpo che ha inferto la morte. E lo stesso che ha lasciato il racconto della terribile aggressione sulle pareti del soggiorno della casa di via della Repubblica a Quarrata, dove Salvatore Blandino, 70 anni, era andato a vivere da quando era rimasto vedovo.

E dove il suo assassino lo ha trovato, il 22 giugno scorso. Gli schizzi lunghi di sangue, rimasti impressi sui muri, potrebbero spiegarsi proprio per quel colpo così feroce, che avrebbe dato alla vittima il tempo di un ultimo respiro. Poi l’assassino avrebbe ripulito alla meglio il pavimento sul quale, con tutta probabilità, si sarebbe prodotta una va
sta pozza di sangue.I primi esami svolti nell’Istituto di Medicina Legale di Careggi hanno fornito importanti dettagli per la ricostruzione dell’omicidio della Ferruccia, luogo del campo di via Branaccia al confine tra Agliana e Quarrata dove il corpo dell’uomo è stato ritrovato, esattamente un mese dopo la sua morte, il 22 luglio. Per l’assassinio è in carcere il figlio di Blandino, Giuseppe, 42 anni fabbro senza fissa dimora, accusato di omicidio volontario e occultamento di cadavere.
Soprattutto gli esami sul Dna, prelevato da alcuni effetti personali di Salvatore Blandino, e confrontato con quello del cadavere ritrovato hanno dato conferma dell’identità della vittima. Un Dna che è stato comparato anche con quello del figlio Giuseppe. Ad eseguire la complessa indagine il genetista, dottor Ugo Ricci, che ha lavorato sul materiale depositato dopo l’autopsia svolta dal dottor Stefano Pierotti. Ora bisognerà aspettare un tempo ulteriore per avere la relazione completa dei periti incaricati dalla procura: le indagini dei carabinieri sono dirette dal sostituto procuratore Chiara Contesini.
Altro particolare, una estesa traccia di sangue è stata individuata grazie ai rilievi tramite luminol sul pianale del furgone da lavoro che la ditta aveva dato in uso a Giuseppe Blandino, una sorta di impronta del cadavere che su quel mezzo, con tutta probabilità, sarebbe stato caricato fino al campo dove è stato individuato, chiuso in un sacco. E dove, il 22 luglio scorso, i carabinieri hanno trovato anche il fabbro, forse intento a ispezionare il luogo.
Martina Vacca