MARIO ALBERTO FERRARI
Cronaca

Zerododici", la mostra fotografica di Pampana

Decine di scatti realizzati tra la fine degli anni ’80 e i primi anni Duemila nel Maramures .

Decine di scatti realizzati tra la fine degli anni ’80 e i primi anni Duemila nel Maramures .

Decine di scatti realizzati tra la fine degli anni ’80 e i primi anni Duemila nel Maramures .

Un viaggio nel tempo e nello spazio, fatto di immagini che sembrano appartenere a un mondo lontanissimo e pulsano di un’umanità semplice, diretta, autentica e dignitosa. Questo è "Zerododici", la nuova mostra fotografica di Sergio Pampana (foto) inaugurata sabato al primo piano della Fotottica Allegrini, in borgo Stretto. Un tuffo nella memoria di un’epoca e di una terra che oggi sembrano quasi irreali. Sono decine gli scatti raccolti, tutti realizzati tra la fine degli anni ’80 e i primi anni Duemila nel Maramures, piccola regione montuosa della Romania nord-occidentale, patria di una civiltà rurale e pastorale che viveva ancora di ritmi antichi. Qui i protagonisti non sono panorami o monumenti, ma i bambini: volti sporchi di terra e occhi limpidi, mani callose nonostante la giovane età, sorrisi che nascono da niente e diventano un patrimonio universale. "Il titolo Zerododici - spiega Pampana - richiama il nome che un tempo portavano i negozi della Benetton dedicati ai bambini. Ma in quel distretto della Romania i piccoli non conoscevano i messaggi pubblicitari: i loro colori Benetton erano la vita di ogni giorno". Eccoli dunque negli scatti, immortalati mentre accudiscono animali e li conducono al pascolo, piegati sul lavoro nei campi che sostiene la fragile economia familiare, seduti a scuola con il pallottoliere, vestiti a festa con gli abiti tradizionali dai colori accesi per la messa domenicale. La forza della mostra è tutta in questo contrasto: l’eco di un Occidente che correva verso la modernità e l’immagine di un mondo che invece restava aggrappato all’essenziale. "La PlayStation? Per quei bambini - continua l’autore - era una ruota di copertone consumato da spingere lungo la strada sterrata, un prato in cui rincorrere capre e cavalli, la neve d’inverno trasformata in pista da sci improvvisata con due assi di legno. Un’infanzia dura, fatta di sacrificio e mancanza, ma anche di ingegno e gioia semplice, capace di trovare un gioco ovunque, perfino in un cimitero o durante un funerale. Zerododici - conclude Pampana - è una testimonianza di un mondo che non c’è più, ma che ha ancora molto da dire. Un luogo affascinante dove il nostro anno 2000 deve ancora arrivare".

Mario Ferrari