L’Università di Pisa è il terzo migliore ‘mega ateneo’ d’Italia. È quanto risulta dalla XXV edizione della Classifica Censis delle università italiane, un’analisi del sistema accademico nazionale basata sulla valutazione delle strutture disponibili, dei servizi erogati, del livello di internazionalizzazione, della capacità di comunicazione e della occupabilità. Delle 70 classifiche stilate analizzando ben 962 variabili emerge che nella categoria dei mega atenei statali - quelli con oltre 40mila iscritti - dopo la medaglia d’oro dell’Università di Padova, prima con un punteggio complessivo di 90,3, e l’argento dell’Università di Bologna (87,7), il bronzo è tutto pisano. Con 84,7 punti totali, Unipi scala 3 posizioni della classifica nazionale (da sesta a terza), superando la Sapienza di Roma che scende al quarto posto (84,2) ex aequo con l’Università Statale di Milano che rispetto allo scorso anno guadagna una posizione.
Nello specifico, le valutazioni dell’ateneo pisano su una scala da 1 a 100 sono stati 88 per i servizi, 75 per le borse di studio e per le strutture e 76 per internazionalizzazione, palma d’oro dei migliori per l’occupabilità e la comunicazione e servizi digitali, che arrivano entrambe a un valore di 97.
"Le classifiche vanno sempre considerate con beneficio di inventario - commenta il rettore dell’Università di Pisa Riccardo Zucchi -, ciò detto non nascondo che il piazzamento dell’ateneo è un grande motivo di soddisfazione e un riconoscimento per la comunità universitaria. Mi preme sottolineare il grande miglioramento dei servizi informatici e soprattutto il tasso di occupabilità che significa maggiori prospettive di inserimento in un posto di lavoro per i nostri laureati".
Il rettore analizza anche il rovescio della medaglia, spiegando che adesso l’aspetto principale di miglioramento dell’Università di Pisa è la questione delle strutture e infrastrutture che "è critico". "Il nostro ateneo - spiega Zucchi - ha oltre 150 edifici edifici sparsi in tutta la città, tra centri storici e zone periferiche: siamo in grado di mettere a sedere 25mila persone ma dobbiamo fare di più sia attraverso una manutenzione generale ma soprattutto con l’aggiunta di più poli didattici e laboratori".