
Il presidente Alessandro Betti, al centro, durante l’inaugurazione di due mezzi nella sede della Pa di Pisa
Quando ha cominciato, si realizzava un pezzo per volta, adesso prevalgono le incertezze, ma "il volontariato è sempre lo stesso". L’attuale presidente della Pubblica Assistenza di Pisa, Alessandro Betti, si avvicinò alla sezione di Arena Metato, "dove abito io", nel 1990.
Il motivo?
"Lo sfratto della sede, allora mi occupavo del mio paese e di politica, entrai nel comitato. Poi progettammo la nuova sede. Fu realizzato il piano terra in due anni, inaugurato a giugno del 1996".
Erano altri tempi.
"Per l’associazione e per il volontariato. In quegli anni, il progetto ebbe un successo incredibile. Nel 2008 realizzammo il primo piano, dove ora si trovano i medici specialisti, nel 2010 il sottotetto per le riunioni e gli spazi di socialità, sono rimasto fino al 2010-11 quando sono entrato nel consiglio dell’associazione".
E poi?
"Con Daniele Vannozzi ho fatto parte della giunta e poi sono diventato vice presidente e presidente nei giorni del lockdown per il Covid, i risultati delle elezioni sono arrivati proprio a ridosso, tant’è che non abbiamo potuto svolgere neppure gli scrutini, ci siamo insediati a maggio".
L’inizio di un periodo tosto.
"Che ha comportato una tragedia dopo l’altra".
Che cosa manca di più al volontariato oggi?
"Al volontariato in sé nulla. Il problema è che tutti, istituzioni e cittadini, chiedono sempre di più pensando che tocchi però agli altri. In generale le istituzioni non sono aggiornate sulle nuove norme e pensano che siamo rimasti a 10 fa. Ma con la riforma del 2017 sono cambiati molti aspetti. Mancano i soldi e non si capisce che le cose fatte insieme sarebbero più facili".
Un esempio?
"Abbiamo proposto di aprire 4 medicherie nelle nostre sedi inserendo un infermiere mezza giornata con una spesa minima, per intercettare i codici bianchi che arrivano al pronto soccorso ormai intasato. D’altra parte i medici di base ora hanno 1800 pazienti ciascuno...".
E con la chiusura della Sds?
"Crollerà il mondo dei servizi, sarà un problema organizzarli in assenza degli uffici dedicati e delle esperienze. Sulla violenza di genere: se una donna maltrattata è di Pisa, di solito si rivolge allo sportello di un altro comune, ma d’ora in avanti sarà costretta ad andare a quello di Pisa. Il trasporto disabili, abbiamo la proroga fino a fine anno, 25 pulmini per 134 persone, ma che succederà quando ricominceranno le scuole? Manca il confronto con noi che siamo in trincea".
An Cas.