"Sono convinto che, con il contributo di tutti, la comunità democratica della provincia di Pisa saprà rigenerare il proprio impegno politico e organizzativo per recuperare forza e autorevolezza, dispiegando le energie presenti e aprendosi al contributo della società e del territorio. Spero di avere presto l’occasione di incontrarti di persona, a partire dalle feste de l’Unità che si terranno nelle prossime settimane e che rappresentano momenti straordinari di incontro e di iniziativa". E’ uno dei passaggi della lettera recapitata a Ferragosto a tutti gli iscritti dal commissario del Pd pisano, Vinicio Peluffo, ed è proprio il richiamo all’incontro personale alle feste dell’Unità a incendiare le chat interne dei rifomisti dem dopo le "epurazioni" messe in atto dalla festa di Riglione, la principale in città, che ha tagliato fuori il presidente del consiglio regionale Antonio Mazzeo e il presidente provinciale Massimiliano Angori, oltre al candidato riformista alla segreteria cittadina, Mario Iannella e la consigliera comunale Maria Antonietta Scognamiglio.
"Parlare di feste dell’Unità in queste condizioni - affermano i militanti di fede riformista - fa ridere, ma ci sarebbe da piangere. Per non parlare dei temi messi in campo dalla sinistra del partito che per mesi ha messo in croce Giani sulla questione del parco naturale e della base militare e che ora sono semplicemente spariti dall’agenda politica della festa". Duro anche un altro commento: "Peluffo nella lettera invoca ‘la responsabilità collettiva e l’impegno comune, a partire dalle prossime elezioni regionali’, mentre a Pisa si cancella il dissenso alla linea Schlein semplicemente tappando la bocca a chi la pensa diversamente". Salta agli occhi, del resto, che il tema della tutela del Parco di San Rossore, invece, è tra i cardini dell’intesa sottoscritta ieri tra Pd e M5S a sostegno della candidatura di Giani e che proietta la leader pentastellata toscana (e pisana) come possibile assessora della nuova giunta regionale (in caso di vittoria del campo largo) forse a discapito proprio degli esponenti dem locali, in ossequio della rappresentanza territoriale di tutta la Toscana: "Assicurare - si legge nel testo dell’accordo - la piena tutela del parco regionale e promuovere la vocazione ‘pacifista’ dell’intera Toscana. Per fare questo, occorre rivedere il Piano Integrato del Parco di San Rossore-Massaciuccoli andando a modificare la parte che disciplina le aree a Destinazione Antropizzata Militare e garantire maggiore tutela delle aree contigue".
Diktat precisi proposti dal Movimento 5 Stelle e recepiti dai dem sull’altare dell’intesa del campo largo e che dovranno superare anche la prova della real politik, in caso di successo nelle urne, nel momento in cui si dovranno governare, davvero e non più a slogan, i processi di realizzazione della nuova base militare. Intanto, sono tutt’altro che sopiti i mal di pancia interni alla comunità politica del Pd pisano. E, in attesa di conoscere il destino di qualche dirigente e la lista dei candidati alle regionali, quello che sta per arrivare potrebbe essere l’ennesimo autunno rovente per i dem.