REDAZIONE PRATO

Il malessere dentro il Pd. Assemblea a fine luglio voto toscano e congresso. Tutto è in discussione

Il partito senza pacificazione nonostante il lavoro dei ’colonnelli’ locali. Riformisti bugettiani e gruppo biffoniano: le critiche non si arrestano .

Il partito senza pacificazione nonostante il lavoro dei ’colonnelli’ locali. Riformisti bugettiani e gruppo biffoniano: le critiche non si arrestano .

Il partito senza pacificazione nonostante il lavoro dei ’colonnelli’ locali. Riformisti bugettiani e gruppo biffoniano: le critiche non si arrestano .

La "non belligeranza" tiene, ma sotto e nemmeno troppo in giù, cova il malessere di un Pd che non trova pacificazione. Perché sono troppi i nodi irrisolti. Come i patti ’firmati’ di cui "qualcuno adesso si dimentica troppo in fretta", come la condivisione di strategie e visioni immediate che restano confinate nel recinto della segreteria, come il dibattito solo abbozzato dopo le prime due riunioni della direzione (Vergaio prima, Galciana poi). L’intervista del segretario Marco Biagioni a La Nazione da una parte ha messo a nudo le intenzioni del vertice dem locale con un’operazione di trasparenza allargata (ma non nelle sedi dem deputate), dall’altra non ha scaldato gli animi e non ha convinto fino in fondo base, circoli e altre componenti del partito. Un esempio? Ecco cosa dice Renzo Ponzecchi, membro della direzione Pd, uno dei firmatari dell’appello dei venti della "componente di ispirazione progressista per l’unità democratica".

"Io non “riparto zero” - evidenzia Ponzecchi citando le risposte di Biagioni nell’intervista - Vorrei proseguire da quello che è stato fatto positivamente in questo anno. Vorrei iniziare a fare quello che il tempo ci ha negato di fare. Vorrei rimediare a tutto quello che ci pare insufficiente. Vorrei che tutta la città attraverso tutte le forme associative e politiche che si riconoscono nel centrosimistra ritrovassero l’orgoglio e la volontà di fare politica con la “P” maiuscola. Politica, fatta di ascolto, comprensione, condivisione, umiltà. Intelligenza. E’ impensabile che si indossi il cilicio del penitente nella politica che da sempre si riorganizza, migliorando e riprendendo quello che di positivo è stato fatto. E’ impensabile che dire “ripartire da zero” venga da chi ha ambizioni di crescita politica". Insomma critica aperta al segretario. Critiche con angoli più smussati pubblicamente arrivano anche dal gruppo dei riformisti di Matteo Biffoni. Il freno è tirato perché l’ex sindaco ha il compito di redigere il programma dem per le Regionali, e soprattutto perché lui è il candidato top per il consiglio toscano (anche se ci saranno con lui alcuni giovani dem per strappare preferenze). Le sollecitazioni non mancano, quando va bene, che diventano insofferenze, quando la tensione sale (come alcuni giorni fa in una telefonata caldissima tra due esponenti locali). I biffoniani ricordano patti e ticket multipli che sono stati battezzati dal segretario Biagioni e che adesso sembrano spariti nel nulla, non più riconosciuti. Un richiamo a quello che è stato sottoscritto e ad una maggiore autocritica che "ancora non è stata così evidente" mentre si vuol tagliare "il cordone ombelicale con il passato anche recente che ha portato il Pd a grandi i risultati negli ultimi dieci anni e in un anno in più...". I colonnelli del vertice dem sono al lavoro: incontri e confronti per allentare la tensione. Come si arriverà al congresso "da fare entro Natale"? E soprattutto all’assemblea di fine luglio?

Luigi Caroppo