
Il presidente della Provincia Alessandro Polcri
di Lucia BIgozzi
"L’Aventino non ha mai portato bene in politica". Frase sibillina che forzisti e centristi intrecciano per rispedire l’invito al mittente, cioè a Fratelli d’Italia, pronta a uscire dalla sala dei Grandi con i suoi tre consiglieri. "Dimissioni in massa", invocano i meloniani contro lo stallo della Provincia e un presidente "inamovibile per legge che si comporta da piccolo principe", è l’accusa della senatrice Simona Petrucci. Fronte moderato, con Simon Pietro Palazzo, e azzurri non sono contrari all’idea di dimissioni ma con una road map ben precisa e condivisa tra sindaci partiti ed eletti. Primo perchè "con questa legge non è possibile, secondo perchè è una questione da maneggiare con cura, senza fughe in avanti e sopratutto concordando con gli alleati la strategia, e questo non è avvenuto", dicono ai piani alti di Forza Italia. Notizia "scoperta" leggendo La Nazione e rimasta indigesta agli alleati che, in sostanza, ne prendono le distanze. Lontano dalle dimissioni che Francesco Lucacci (capogruppo), Lucia Scancariello e Lorenzo Basagni formalizzeranno nella prossima seduta del parlamentino: "La situazione con un presidente senza maggioranza che si arrocca solo per conservare status quo e compenso è intollerabile, noi non ci stiamo. E invitiamo tutti i consiglieri a fare altrettanto". Sollecitazione, per ora, caduta nel vuoto. Palazzo non ci gira intorno: "Sono stato il primo a proporre le dimissioni ma non in questo modo. La mia idea era: dimissioni dei sei consiglieri del centrodestra e uno del centrosinistra, in modo tale da invalidare l’attività del consiglio provinciale e a quel punto nessuno poteva essere surrogato dal primo dei non eletti. E il presidente sarebbe rimasto veramente solo. Invece, la scelta di FdI è solo tattica. È da tempo che chiedo un tavolo della coalizione per decidere una strategia funzionale all’obiettivo che tutti condividiamo".
Dall’altra parte della barricata, file dem, Paolo Brandi è altrettanto chiaro: "Operazione insensata. Fin dall’inizio FdI ha voluto interpretarla come scontro con il presidente Polcri, decisione che a noi non appartiene. La battaglia politica si fa in consiglio, non con le dimissioni".
E Polcri? Non si scompone e col solito aplomb rilancia: "Ad oggi sul mio tavolo non sono arrivate le dimissioni dei consiglieri di FdI. Chiaro che a questo punto emerge in modo palese l’acredine nei miei confronti: non è più un fatto politico ma sfiora il piano personale, considerando anche le offese che mi vengono rivolte. Con questo atto i consiglieri si assumono una grande responsabilità nei confronti dei propri elettori. Io non ho votato Lucacci ma chi lo ha fatto non avrà più un referente in consiglio provinciale, anche se ciascuno è libero di fare le proprie scelte. Forse in questo momento il consigliere Lucacci è proiettato più sulle regionali che sulla Provincia".
Il primo dei non eletti nella lista Comuni per la Provincia è Marco Morbidelli, ex consigliere provinciale non rieletto per un soffio. Seguono Patrizia Roggiolani e Lucia Seghi. Occhi puntati sulla terna e, da ieri, con un refrain: diranno sì o no?