
Ilenia, Massimo e Marco raccontano il loro impegno nella Pubblica Assistenza. I racconti: "Il dolore di perdere un paziente e la gioia di salvarne un altro" .
di Antonia Casini
Sono infermieri, idraulici, pensionati. Volontari, sempre. E passano l’estate, in alcuni casi anche le loro ferie, sulle ambulanze fra interventi che donano gioie e dolori, proprio come nella vita. È l’estate dei volontari. Parte dalla Pubblica Assistenza di Pisa il nostro percorso alla scoperta di volti e storie di chi lavora per la salute e il benessere di tutto il territorio. Ilenia, Massimo e Marco ci raccontano come passano queste giornate calde fra emergenze ma anche serate di confronto con gli altri. La fatica, l’impegno, "la maleducazione". Massimo Fichi, 44 anni, è idraulico nella vita. "Ho iniziato 10 anni fa a svolgere volontariato alla Pa, mi è sempre piaciuto. Ho avuto una perdita importante e ho deciso di aiutare gli altri. Il mio primo servizio su un’ambulanza: ero tirocinante e sono andato su un incidente. Sono autista soccorritore, di solito faccio le notti, ma in questi giorni che sono libero, anche altri turni: estate o inverno? Non c’è differenza, abbiamo comunque la responsabilità dell’equipaggio e dei pazienti e poi ci sono i cittadini che a volte non capiscono. Le storie ci restano dentro sempre, nel bene e nel male. Ma una in particolare, la ricorderò sempre: siamo accorsi per una persona in arresto, abbastanza giovane. Con il medico, siamo riusciti a ’riprenderla’ e, dopo qualche giorno, abbiamo trovato i familiari in pronto soccorso che ci ci hanno detto ’grazie’".
Ilenia Incerti, 23 anni, è infermiera al Santa Chiara, si è laureata nemmeno un anno fa. E anche lei racconta l’esperienza più brutta, quella che ti segna ma che capita inevitabilmente e insegna. "Ricordo un 30enne che era andato in arresto. Nonostante il protocollo, le due ore di manovre, non siamo riusciti a salvarlo. Eravamo addolorati. Abbiamo cercato i suoi documenti e, aprendoli, abbiamo trovato la foto di un bimbo di un mese, era appena diventato padre". Ilenia ha cominciato a 16 anni nel sociale e a 18 nell’emergenza. "Fin da piccola sono stata immersa in questo mondo grazie ai miei genitori. Ma a 12 anni ho vissuto un evento traumatico: mio nonno si è sentito male e mi è stato detto ’vai via, non puoi essere d’aiuto, sei piccola’. Volevo essere sempre d’aiuto. A volte si sta male, ma senza la Pa non ci saprei stare, mi sento viva. Solo pochi giorni fa abbiamo quasi fatto nascere un bambino". Anche Marco Mori, parrucchiere per oltre 40 anni, ora in pensione, non scorderà mai il suo primo servizio. "Nel 2006 portai mio figlio qui, io sono rimasto, lui no. Era una sera dopo cena e il 118 ci chiamò per un arresto cardiaco, facemmo tutto il possibile, ma purtroppo non fu sufficiente. Il momento più bello? Aver contribuito, con la mia squadra, l’elisoccorso e il Meyer, a salvare una bambina. E poi l’incontro con la famiglia, tanta emozione".