
Paolo Brosio brinda con Gigi Simoni, in primo piano Romeo Anconetani
Pisa, 9 maggio 2025 – Quando ha visto il Pisa tornare in serie A dopo 34 anni ha riavvolto il nastro dei ricordi. Con un po’ di spazio anche per una sincera commozione. Perché molti dei protagonisti del grande Pisa di cui ha fatto parte non ci sono più come il presidentissimo Romeo Anconetani e l’allenatore a cui era più legato: Gigi Simoni. Paolo Brosio ha anche pensato con affetto anche a sua mamma Anna Marcacci Brosio che ai colori nerazzurri era attaccatissima e che è mancata a 102 anni. Il popolare personaggio Tv, prima della sua carriera televisiva, è stato l’addetto stampa dei neroazzurri negli anni Ottanta. Tre stagioni indimenticabili.
Una enorme gioia anche per lei nel rivedere il Pisa nella massima serie...
“Questa grande piazza torna nel calcio che gli compete. Nel vedere tutto quell’entusiasmo ho rivissuto la mia esperienza e sono felice”.
Anche come amico sia del presidente Giuseppe Corrado e dell’allenatore Pippo Inzaghi.
“Sono due persone che stimo e a cui sono molto legato. Per certi versi in Pippo rivedo Gigi Simoni, due ottimi allenatori che hanno portato in panchina quello che avevano imparato da giocatori”.
Come nasce il ruolo di Paolo Brosio da addetto stampa del Pisa?
“Lavoravo a La Nazione e anche a 50 Canale. I miei capi erano Beppe Meucci, Renzo Castelli, Antonio Silvestri papà di Riccardo attuale addetto stampa nerazzurro. Redigevo il Notiziario dell’ateneo ed ero anche nel Rotary giovani e invitai Romeo per parlare del Pisa. Anconetani notò la mia intraprendenza e il mio amore per il calcio. L’occasione fu un incontro conviviale ‘da Bruno’ il ristorante di Porta a Lucca. Romeo mi disse che puntava su di me per un addetto stampa che fosse molto presente. La squadra era in serie A e io accettai con entusiasmo”.
Torniamo all’attualità: un Pisa partito in B non tra i grandi favoriti ma protagonista di un cammino straordinario.
“La squadra è ottima e si è creato un gruppo vincente che ha sempre creduto in questa promozione. Anche io sono sempre stato sicuro della serie A. Avrei avuto piacere che a esultare ci fosse stata anche mamma Anna. Quando finivano le riunioni del Pisa Romeo e tutti i dirigenti venivano a mangiare a casa mia. Lei era una grande cuoca”.
Serie A e vengono in mente tante imprese come quella di Napoli…
“Era il 12 gennaio 1986. Battere al S. Paolo lo squadrone di Maradona e Careca fu esaltante. Una prestazione eroica: Mannini parò tutto, Volpecina annullò Diego, Baldieri era imprendibile. Segnò Klaus Berggreen”.
Una gioia come quella della vittoria nella Mitropa Cup.
“Sempre nella stagione 1985-86. Romeo mi chiamò e mi affidò l’organizzazione perché so parlare le lingue e serviva per i rapporti con le società: gli avversari erano gli ungheresi del Debrecen, i ceki del Sigma Olomuc e gli jugoslavi del Rijeka. Vincemmo battendo il Debrecen. Romeo era raggiante e per premio mi fece trovare una Vespa 150 colore rosso all’Arena”.
Cosa deve fare il Pisa per godersi una bella serie A?
“Operare bene sul mercato italiano e straniero come ha fatto in questi anni, assicurandosi giocatori motivati che intendono Pisa come trampolino di lancio. Fu così con Berggreen, Simeone, Chamot e tanti altri. Poi ci vogliono 4-5 esperti di valore. Il presidente Corrado ha ottimi dirigenti e ci riuscirà. In bocca al lupo, Pisa”.