MARIO ALBERTO FERRARI
Cronaca

L’oro di Cascina. Spettacolo naturale coi fiori di girasole. Gli scatti più belli

Immagini suggestive grazie all’obiettivo di Elena Pardini. Una poetessa anonima ci scrive: "Vieni a perderti nei nostri campi".

Le più grandi bellezze, si dice, si nascondono dove meno te le aspetti. E forse è proprio così, se è vero che un tratto di asfalto – anonimo, maledetto, vissuto con insofferenza – può improvvisamente rivelarsi poesia. Succede sulla FiPiLi, tra Navacchio e Cascina, dove in questo preciso periodo dell’anno, qualcosa cambia. I campi ai lati della carreggiata si accendono di un giallo vivo, bruciante: sono i girasoli in fiore, chilometri e chilometri di teste dorate rivolte verso il sole. Un mare giallo – ripresi dagli scatti della fotografa Elena Pardini – che ondeggia sotto il vento caldo, accarezzato dal rombo monotono delle auto che passano, spesso distratte, spesso infastidite. Ma c’è chi si ferma. C’è chi rallenta, chi si volta. E in quegli istanti – brevi, rubati al traffico e all’orologio – torna lo stupore. E per qualcuno, come i samurai giapponesi componevano le "haiku" (poesie che evocano immagini vivide e sentimenti profondi legati alla natura), la bellezza dei girasoli fa nascere la vena poetica. "È questo il periodo dell’anno in cui la natura mi ricorda quanto io sia bella - i versi che ci ha inviato una lettrice, che parla come se fosse ‘Cascina’ -. E quanto io possa ancora meravigliarti. Questi girasoli sono solo un assaggio: vieni a scoprire quello che si cela nelle mie pievi silenziose, nelle chiese dimenticate dai turisti, lungo le mie mura antiche che parlano ancora. Vieni a perderti nei miei campi e nelle mie storie, nelle strade secondarie dove il tempo si muove più lento e l’anima respira". Forse è un risarcimento. Forse è il modo della natura per dire: sì, ti faccio sudare in coda con 35 gradi, ma ti regalo anche questo. Un tocco di bellezza per chi lavora lontano, per chi si alza presto, per chi rientra tardi. Una carezza gialla tra una fatica e l’altra. E così, anche la FiPiLi - strada di lamentele, ingorghi e cantieri - si trasforma. E come per magia l’asfalto diventa meraviglia.