Pisa, 16 maggio 2025 – “Mio fratello Simone è il primo tifoso del Pisa. Dopo la partita con lo Spezia mi ha mandato un messaggio dicendomi: ‘Avete perso, ma andate in Serie A di sicuro’. Aveva capito che questa squadra era forte. L’amichevole contro l’Inter giocata la scorsa estate è stata di buon auspicio: mi piacerebbe ripeterla ad agosto”.

A dirlo è il tecnico del Pisa Sporting Club, Filippo Inzaghi, che ieri ha partecipato a una sessione di domande e risposte con gli studenti, docenti e ricercatore dell’Università di Pisa, durante il convegno “All Around Soccer, dietro le quinte del successo: il Metodo nel Calcio professionistico” al Polo didattico Porta Nuova di via Leonardo da Vinci.
All’incontro, organizzato da Aiac e Università di Pisa, ha preso parte tutto lo staff tecnico del Pisa. Una giornata di studio e confronto tra mondo accademico e professionisti del settore, per analizzare a fondo i metodi e le pratiche alla base della preparazione calcistica d’élite.
L’apertura dei lavori è stata affidata a Gabriele Siciliano, presidente del corso di laurea in Scienze Motorie dell’Università di Pisa, e a Renzo Ulivieri, presidente dell’Aiac. A moderare l’incontro sono stati Marco Gesi, direttore del Master in preparazione atletica nel calcio per i settori giovanili, e il professor Ferdinando Franzoni dell’ateneo pisano. Il momento clou della giornata è stata la sessione di domande e risposte con l’allenatore della promozione nerazzurra in Serie A dopo 34 anni, Filippo Inzaghi, che ha ribadito il ruolo determinante del proprio staff: “Si parla sempre di me, ma senza questo gruppo non avremmo ottenuto nulla”, ha detto, incalzato dalle domande degli studenti.
Tra i temi affrontati anche il rapporto con i giovani: “Se sono bravi, non ho problemi a farli giocare. Il problema, semmai, è che in Italia abbiamo poca pazienza e siamo un po’ cattivi. Appena fanno una buona partita vengono esaltati, ma poi basta poco per metterli da parte”.
Il tecnico ha condiviso anche alcuni aneddoti sulla promozione: “A Bormio, durante il ritiro, dissi ai ragazzi che, se avessimo voluto scrivere il nostro nome nella storia, avremmo dovuto fare qualcosa di straordinario. E così è stato. Molti giovani oggi si accontentano. Io, da ragazzo, sognavo di giocare in stadi come San Siro o l’Olimpico. E volevo che anche i miei ragazzi provassero quella scintilla”.
Infine, Inzaghi ha risposto alla domanda di uno studente che gli ha chiesto cosa sia stato più bello, se vincere i Mondiali o la promozione in Serie A con il Pisa. Il tecnico ha scherzato: “Ogni successo ha un sapore diverso, forse come a Pisa non ho mai festeggiato così tanto in vita mia. A dire il vero, non ho capito se i festeggiamenti siano finiti”.