SILVIA BINI
Cronaca

Piazza in ostaggio di una banda di ragazzini, provocazioni e insulti. “Ora mia figlia ha paura”

Prato, un gruppo di giovani che staziona ai piedi del Castello soprattutto il sabato sera ha preso il monopolio del centro. “Servono pattuglie e controlli”

La richiesta è di una maggiore presenza di forze dell’ordine (foto di repertorio)

La richiesta è di una maggiore presenza di forze dell’ordine (foto di repertorio)

Prato, 16 maggio 2025 – C’è una zona del centro storico (e forse più di una) che dovrebbe essere simbolo di bellezza e vivibilità, un luogo dove i giovani e i turisti possano godere di uno dei luoghi più suggestivi della città. E invece, per molte ore della giornata e soprattutto della sera e in particolare del sabato sera, piazza delle Carceri è diventata teatro di un disagio crescente, tanto da trasformarsi in un problema. A lanciare l’allarme, questa volta, non sono commerciantiresidenti esasperati, ma le mamme. Genitori preoccupati per la presenza costante – e sempre più prepotente – di una banda di ragazzini tra i 13 e i 17 anni italiani e magrebini che, con atteggiamenti provocatori e comportamenti al limite dell’intimidazione, stanno compromettendo la serenità di chi vive e frequenta la zona.

Non si tratta di vere e proprie aggressioni, almeno finora. Ma l’impressione è quella di una tensione che può facilmente degenerare. “Mia figlia non deve avere paura di attraversare una piazza della sua città se esce con le amiche il sabato sera”, dice una madre che abita nei pressi del centro storico. “Non è accettabile che un gruppo di adolescenti, come passatempo, prenda in giro, insulti, disturbi. E che lo faccia impunemente”.

Sabato scorso l’ultimo episodio. Un ragazzo è stato avvicinato e apostrofato in malo modo da alcuni membri del gruppo. Dopo qualche parola di troppo, sono volati anche un paio di scappellotti. Nulla di grave, ma abbastanza per creare disagio e amarezza. A evitare guai peggiori è stato l’intervento di un altro giovane, che conosceva i protagonisti e ha riportato la calma. Il ragazzo coinvolto è tornato a casa senza lividi visibili, ma con la sensazione di aver subito un’umiliazione gratuita, una ferita più profonda di quanto possa sembrare.

Episodi come questo, raccontano i genitori, sono tutt’altro che isolati. Il gruppo in questione - una decina di adolescenti, quasi sempre gli stessi - staziona in piazza per ore, soprattutto nei pomeriggi e nei fine settimana. Si fanno notare per il tono di voce, per le frasi urlate, per gli sguardi di sfida. E a volte basta poco, uno zaino colorato, un paio di cuffie, un abbigliamento diverso, come nel caso di sabato scorso, per diventare bersaglio di prese in giro, parolacce, risatine fastidiose. Chi reagisce, rischia di peggiorare la situazione. Chi ignora, torna a casa con l’amaro in bocca.

Il punto, dicono i genitori esasperati da una presenza sempre più invasiva e prepotente di questa banda di adolescenti, non è criminalizzare dei ragazzini, ma accendere una luce su un fenomeno che non può più essere ignorato. “Non vogliamo fare allarmismo”, continua la stessa madre, “ma serve un intervento. Questi ragazzi hanno bisogno di attenzione, di regole e di sapere che esistono limiti da rispettare”. Non è una novità. In più di un episodio denunciato in piazza delle Carceri sono rimasti coinvolti minori, come nel caso delle porte della basilica sfondate e della passante minacciata con una pistola giocattolo.

La richiesta, anche in vista dell’estate e quindi della possibilità di trascorrere serate all’aperto in centro, è di una maggiore presenza di forze dell’ordine. “Non voglio che mia figlia esce di casa con la paura di incontrare persone - conclude la mamma battagliera -. Per gli adolescenti è un diritto divertirsi, uscire nella propria città per una serata tra amici senza il terrore di incontrare qualcuno che può diventare offensivo solo perché indossi una maglia diversa”.