MARIO ALBERTO FERRARI
Cronaca

Fra siccità e diluvio: "Ma così non funziona. Per le colture sono soltanto guai"

Alcuni giorni piove a dirotto e altri troppo poco per annaffiare. Coldiretti: "Il clima è un ostacolo, però la qualità è assicurata".

Alcuni giorni piove a dirotto e altri troppo poco per annaffiare. Coldiretti: "Il clima è un ostacolo, però la qualità è assicurata".

Alcuni giorni piove a dirotto e altri troppo poco per annaffiare. Coldiretti: "Il clima è un ostacolo, però la qualità è assicurata".

Piogge torrenziali, ondate di calore, grandinate improvvise e siccità persistente: il clima, che un tempo scandiva il ritmo delle stagioni e accompagnava il lavoro nei campi, è oggi il principale avversario dei coltivatori. E quest’estate lo sta dimostrando. A lanciare l’allarme è Marco Pacini, presidente di Coldiretti Pisa: "Il clima, da sempre alleato del lavoro agricolo, oggi è il nostro incubo maggiore. Possiamo essere i migliori coltivatori, ma bastano pochi giorni di meteo avverso per mettere in crisi mesi di lavoro". La preoccupazione è tangibile in tutta la provincia. In questi mesi gli imprenditori agricoli sono stati flagellati da eventi atmosferici a dir poco bizzarri e inusuali e che hanno creato molti disagi: dalle piogge torrenziali a San Giuliano Terme (oltre 80mm di acqua in un’ora) e nell’area pisana che hanno allagato le coltivazioni e distrutto le colture, fino alla siccità nelle zone tra Ponsacco e San Miniato.

"Il settore è già provato da anni difficili – aggiunge Pacini – tra pandemia, guerra, costi energetici e dazi. Il cambiamento climatico è solo l’ultima sfida, ma sta diventando la più temuta". A dare man forte Alessandro Piceni Belli, titolare del Podere vitivinicolo Spazzavento a Ponsacco, che racconta una stagione agricola complicata: "A maggio ci sono state avuto piogge incessanti che hanno sfatto le piante e impedito una crescita sana. Subito dopo, caldo torrido. Le colture già indebolite – angurie, pomodori, meloni – sono state bruciate dal sole. Gli ortaggi hanno riportato vere e proprie scottature. Luglio è stato particolarmente difficile perché stiamo vivendo faccia a faccia con una siccità che sembra senza fine. Speriamo che agosto sia almeno regolare".

Il clima impazzito ha effetti concreti. "Le nostre produzioni sono pensate per un clima mediterraneo – spiega Piceni Belli – ma ormai siamo circondati da sbalzi improvvisi, grandinate, afa estrema o umidità fuori scala. La vite e l’olivo, per esempio, hanno bisogno di una stagione tipica, regolare, con un caldo non eccessivo. Se arrivano 15 giorni consecutivi di calura estrema, le piante si stressano e la maturazione dell’uva va in crisi".

Non è solo questione di caldo o pioggia. Anche la modalità con cui questi fenomeni si presentano è cambiata. "Il terreno è arido, per creare riserve idriche servirebbero piogge lente e costanti. Ma se piove tutto in mezz’ora, la terra non assorbe, anzi: si bagna solo in superficie e diventa un terreno ideale per le malattie fungine. La grandine, che un tempo si presentava ogni 10-15 anni, ora si è vista due volte in una sola estate".

Nonostante tutto, il presidente di Coldiretti Pisa invita a guardare avanti. "L’estate non è ancora finita – conclude Marco Pacini – e se il meteo ci assisterà, la vendemmia potrebbe regalarci belle soddisfazioni. La qualità c’è, e se avremo anche la quantità, sarà solo grazie all’impegno degli agricoltori e a qualche giornata di tempo stabile. Oggi più che mai serve sostegno e consapevolezza: l’agricoltura ha bisogno di risposte serie per fronteggiare l’instabilità climatica che è ormai diventata la norma".