ENRICO MATTIA DEL PUNTA
Cronaca

Verso l’estate, il caos bagnini. Arriva la risposta: “Serve prevenzione, non altri test”

Gabriele Meucci, collaboratore della Salvamento Pisa, ha parlato della situazione dei guardaspiaggia

Tiene banco il tema dei bagnini

Tiene banco il tema dei bagnini

Pisa, 27 maggio 2025 – “Si muore dove manca la prevenzione, non dove i bagnini sono più lenti a nuotare”. L’opinione è di chi con il salvataggio in mare ha avuto a che fare per una vita intera: Gabriele Meucci, collaboratore della Salvamento Pisa e figlio di Fiorenzo Meucci, figura storica della Sezione pisana della Società Nazionale di Salvamento, che per oltre trent’anni ha formato intere generazioni di bagnini. Meucci interviene sul tema della carenza di bagnini lungo le spiagge pisane, un’emergenza raccontata da La Nazione nei giorni scorsi, che – secondo le stime fornite dal presidente di Fiba Confesercenti Pisa, Gianluca Tiozzo – vedrebbe mancare all’appello fino a 80 unità. Un problema che sta diventando sempre più attuale e annoso, specialmente visto l’avvicinarsi della chiusura delle scuole e l’inizio “ufficiale“ della stagione estiva.

Le cause principali, denunciano gli operatori del settore, sarebbero legate all’entrata in vigore delle nuove norme sui rinnovi dei brevetti da bagnino, giudicate troppo stringenti, con prove in vasca pensate “per veri atleti”. Ma per Meucci questa è solo la punta dell’iceberg, all’interno di un decreto “concepito male”.

Meucci, il problema quindi non riguarda solo le prove a cronometro?

“Esatto. Il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, ha colpito duramente la Società Nazionale di Salvamento, realtà che ha introdotto storicamente in Italia il brevetto di bagnino, introducendo regole ferree per individuare chi può tenere i corsi e rilasciare i brevetti, ma arretrando contemporaneamente sui controlli agli esami. Lo Stato impone norme rigide ma poi non manda più nessuno a controllare: si verifica tutto a campione”.

E sulle prove cronometrate?

“Chi fa questo mestiere sa che si muore annegati dove non c’è vigilanza e quindi prevenzione. Basti pensare che la regione con più morti per annegamento è la Lombardia, dove non ci sono bagnini a sorvegliare laghi e fiumi. Inoltre, la spettacolarizzazione del salvataggio a nuoto è roba da film: nella realtà si salva con il pattino, riportando a riva chi è in difficoltà, o con le ciambelle di salvataggio e strumenti come i baywatch”.

A Pisa non si trovano bagnini?

“Ricevo tantissime richieste, ma non ci sono bagnini disponibili. La carenza non è una novità di questa estate, è un problema cronico: zero tutele, contratti bassi, e tanto lavoro nero. Dodici ore al giorno, sette giorni su sette per 1800 euro al mese: a queste condizioni non lavora più nessuno. Faccio il giro dei bagni e vedo i gestori in postazione”.

E poi c’è la battaglia legale?

“Quest’anno, come Salvamento Pisa, siamo rimasti fermi. Abbiamo sospeso le attività in attesa della sentenza del Consiglio di Stato sulla causa che la nostra associazione a livello nazionale ha avviato contro il Governo”.

Contro la riforma?

“Sì, ha solo aggravato problemi già esistenti. In conseguenza dei gravi problemi di reperimento personale dell’Emilia-Romagna è stata concessa una proroga per salvaguardare almeno la stagione in corso, consentendo anche ai minorenni di ottenere il brevetto fino a settembre. Era una riforma di cui nessuno sentiva l’urgenza, che rischia di portare a una liberalizzazione del rilascio dei brevetti con un abbassamento della qualità e dei controlli”.

E invece del cronometraggio, cosa chiedono i bagnini?

“Moto d’acqua, ciambelle teleguidate: strumenti eccezionali, ma costosi. Servirebbero incentivi e sgravi fiscali per gli stabilimenti. Con la Bolkestein, molti non investono più”.