EMMA TRAVERSI
Cronaca

Pontebosio Minerali da museo nel borgo

Inaugurata nelle sale di Palazzo Paganini la ricca esposizione proveniente in gran parte dal lascito del professor Gianni Stefanolo

Un inizio partecipato per il neonato Museo Mineralogico di Pontebosio, inaugurato venerdì scorso. Numerosi curiosi e appassionati hanno visitato le sale espositive realizzate a Palazzo Paganini, dove è esposta una vasta collezione di minerali, rocce e fossili, in gran parte lascito del professor Gianni Stefanolo. La benedizione del parroco di Licciana, don Tommaso, ha aperto le porte del nuovo sito culturale, nato grazie all’impegno dell’Associazione Mineralogica di Pontebosio, fondata proprio per custodire e rendere accessibile alla comunità la preziosa collezione del professore, a lungo residente nel paese. I partecipanti hanno potuto scoprire anche scoprire il borgo medievale grazie a guide esperte che hanno illustrato le maestà (edicole votive) sulle facciate degli edifici. Dopo la passeggiata un aperitivo all’agriturismo ‘Il Poderetto’.

All’inaugurazione non sono mancati il presidente del Parco dell’Appennino Fausto Giovannelli, che ha sottolineato l’importanza del centro come luogo didattico, il sindaco di Licciana Nardi, Renzo Martelloni, che ha promesso il supporto dell’amministrazione comunale, anche in ottica di collaborazione con le scuole. "Ci auguriamo che questo progetto possa attirare studiosi e turisti, contribuendo a far riscoprire Pontebosio sotto una nuova luce. Questo spazio espositivo ha restituito visibilità al borgo, e proprio questi reperti gli hanno dato voce", ha aggiunto. Presente anche la preside dell’Istituto comprensivo Cocchi di Licciana e Tresana, Enrica Ravioli.

Nel Castello di Pontebosio poi la conferenza del geologo Eni Marco Marchesini dal titolo “Tra cambiamenti climatici e nuove scoperte scientifiche e mineralogiche: un esempio nelle Alpi centrali”, preceduto dai saluti dei consiglieri regionale Giacomo Bugliani, provinciale Omar Tognini e del presidente della Pro Loco di Licciana Nardi, Francesco Micheli. Gloria Penso ha moderato l’incontro, dopo un’introduzione del presidente dell’associazione Mineralogica di Pontebosio, Mario Lazzerini Denchi. Marchesini ha sottolineato che ci sono aree in cui il cambiamento climatico è più tangibile, come dimostra lo scioglimento dei ghiacciai e mostrato, attraverso una serie di immagini, l’evoluzione di alcune zone d’Italia, inquadrando il fenomeno nel contesto globale.

"Il riscaldamento globale accresce alcune conoscenze – ha spiegato dal punto di vista geologico, –: meno ghiaccio significa più rocce esposte, e ciò consente nuove scoperte. Ma è il nostro stile di vita a essere maggiormente a rischio". Per rendere più chiara la portata del problema, ha fatto leva sull’esperienza diretta dei presenti: "Che il cambiamento climatico esista lo dimostra il fatto che ognuno di noi, nel corso della propria vita, ha percepito un aumento delle temperature, sia in estate che in inverno. E laddove un tempo nevicava nei mesi più freddi, da anni non si vede più un fiocco. La Terra si è riscaldata anche in passato, ma mai con la velocità attuale". Il grande interrogativo, secondo il geologo, riguarda il futuro, considerando l’irreversibilità del processo: "Possiamo ancora agire. Questo è ciò che vorrei dire soprattutto alle nuove generazioni. Abbiamo gli strumenti tecnologici per rallentare il riscaldamento globale, e credo sia un dovere morale farlo, finché le condizioni di vita ce lo consentono".

L’associazione ha poi presentato il programma estivo. Il Museo di Pontebosio sarà aperto al pubblico ogni venerdì, sabato e domenica, dalle 18 alle 20. E venerdì 19 si terrà la prima lezione del corso formativo di mineralogia a cura dell’esperto Giuseppe Passarino. "Inoltre, il primo giovedì di ogni mese, lo stesso Passarino guiderà visite speciali per illustrare nel dettaglio i reperti esposti", hanno annunciato il presidente Mario Lazzerini Denchi e Valeria Grandi, soddisfatti per la partecipazione al primo evento. "La speranza – aggiungono – è che questo spazio culturale crei comunità e sia un polo didattico vivace per tutta la zona".