REDAZIONE LUCCA

Via le botteghe, dentro kekab e ‘calamite’ per turisti. E così il centro di Lucca cambia volto

Il commercio nel centro storico perde la sua anima a favore dell’anonimato. Kebab e negozi per turisti soppiantano i vecchi prodotti artigianali

Il centro di Lucca cambia volto: sempre meno botteghe storiche, sempre più negozi di souvenir

Il centro di Lucca cambia volto: sempre meno botteghe storiche, sempre più negozi di souvenir

Lucca, 10 agosto 2025 – C’è stata la cover mania, poi il boom dei negozi di cannabis light: adesso a esplodere in centro storico sono i gift shop. Tra un borsa con scritto ‘Ciao bella’, un Pinocchio di legno e una mutanda con il David di Michelangelo è sempre più difficile scovare i prodotti autentici di una città come Lucca, tra gli scaffali così omologata alle altre sorelle toscane.

Nascosti in piccoli spazi, poco visibili agli occhi inerti del residente distratto ma spesso luccicanti per le tasche del turista, spuntano negozi di souvenir in tutte le vie principali. Da un rapido conteggio sono almeno 18 gli esercizi commerciali – esclusi i pochi storici come ‘L’idea’ di Marco Mencarini di via Fillungo – che oggi vendono calamite, shopper e magliette stampate con richiami a monumenti e prodotti ‘Made in Italy’. Alcuni hanno aperto da qualche anno, altri solo da pochi mesi. Sono perlopiù gestiti da pakistani e bengalesi, ma non mancano dietro al bancone gli italiani.

Si trovano in via San Paolino (5), in via Fillungo (5), in via Santa Croce (3), in via Vittorio Veneto (3), via Beccheria (1) e piazza Anfiteatro (1). Posti diversi, stessi prodotti. A Lucca come in ogni altra città d’arte di Italia dove questo commercio prolifera senza difficoltà. Sono l’emblema di una città che – come le altre – cambia volto, dove le insegne storiche delle gioiellerie o dei bar chiusi da tempo diventano la cornice stonata di gadget di scarso valore artistico. Ai negozietti di souvenir si affiancano poi le catene di oggettistica e di magliette ‘ricordo’, oltre agli store di dolciumi che niente hanno a che fare con le tipiche bancarelle gommose delle fiere del settembre lucchese.

In via Fillungo dove si vendevano libri, oggi si comprano vestiti. Dove si leggeva il giornale, oggi si mangia un panino. Così la Ubik cede il posto al noto brand di abbigliamento da uomo Dan John, la rivendita di giornali e tabacchi Lorenzini alle focacce ripiene di ‘Schiacciami’. Del resto è più facile con la pancia piena, scegliere le calamite ricordo da portare ai parenti di rientro dalla gita o dalla vacanza lucchese. Così non sorprende – anche se fa storcere il naso ai commercianti della zona e non solo – il recente annuncio dell’apertura della nuova attività di somministrazione cibo e bevande ‘Da Gastone, bottega toscana’ in piazza San Michele, nei locali dell’ex agenzia di viaggi Angelini che dopo oltre 90 anni di storia ha deciso di chiudere le serrande.

Souvenir e stuzzichini sono il pane quotidiano – e forse l’unico in grado di resistere sul mercato - di una città a forte vocazione turistica.

Jessica Quilici