CHIARA TENCA
Cronaca

Riomaggiore e Manarola: "Niente privatizzazioni. Qui solo spiagge libere"

La sindaca Pecunia: "Mare come natura comanda, zero spese in più per i turisti". Nella zona delle Cinque Terre c’è chi si è ingegnato con strutture arrampicate. .

In Liguria l’ingegno al servizio del turismo balneare ha visto realizzare stabilimenti anche sulle scogliere

In Liguria l’ingegno al servizio del turismo balneare ha visto realizzare stabilimenti anche sulle scogliere

RIOMAGGIORE (La Spezia)Nel Comune di Riomaggiore alle Cinque Terre, non si spende neanche un euro per il tanto agognato bagno e posare il proprio asciugamano. Un’oasi nell’Italia delle concessioni balneari a tappeto – la legge regionale del 2008 impone un minimo del 40% fra spiagge libere e libere attrezzate, ndr – , che quest’estate ha scatenato proteste innescate anche dal caro-ombrellone.

Le lunghe distese di sabbia fine della Versilia o della Romagna qui non esistono: la linea di costa è fatta di scogliere, scivoli di roccia, distese di sassi e ciottoli. Insomma, comodità bandita e di certo non l’ideale per allestire uno stabilimento. Ma proprio nella in Liguria l’ingegno a servizio del turismo balneare ha abituato a vedere realizzate soluzioni che sembrano andare contro la legge della fisica, ed ecco che gli stabilimenti fioriscono su scogliere e simili anche con l’ausilio di attrezzature.

Eppure si riesce a piegare anche le linee di costa più indomabili. A Riomaggiore e Manarola – le due delle Cinque Terre nel Comune di cui è sindaca Fabrizia Pecunia –, il no alla privatizzazione è un mantra. "Premesso che non sarebbe comunque facile – esordisce –, dato che la nostra spiaggia è appena stata sconvolta da una mareggiata e servirebbero anche nell’eventualità di alcuni interventi le autorizzazioni della Soprintendenza, ci teniamo all’autenticità del nostro territorio. Si va in spiaggia come un residente: se c’è onda, non riesci a fare il bagno, sai che per entrare in acqua dovrai far attenzione. Insomma, il rapporto con la natura è di incontro-scontro e chi arriva lo vive in modo autentico. Inoltre, si devono far i conti con un territorio complicato: per far un esempio, abbiamo installato una doccia nella spiaggia della Fossola, che prima era alimentata con il canale del Canneto, e l’abbiamo collegata con l’impianto pubblico: quando entrava in funzione, lasciava senza acqua le case soprastanti e oggi dovremmo mettere a budget un nuovo impianto per farla funzionare".

Ma, a fronte di altre località delle famose Cinque Terre in cui la privatizzazione non rispetta la legge regionale, influisce sull’orientamento anche il caro-ombrellone? "Premesso – continua Pecunia – che lasciar accesso e spazi gratuiti è anche un dovere e che vogliamo mantenere il nostro mare autentico, credo che il tema sia più sentito per i residenti in città e in provincia che non hanno mare balneabile e già devono affrontare altre spese, come quelle di trasporto per venire qui. I turisti, perlopiù, mettono già in budget i servizi degli stabilimenti, mentre per i locali credo si debba aprire una riflessione".