
Assolti dall’accusa di falsità ideologica dopo un intervento sull’incendio
La procedura seguita era corretta e le accuse di falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale e del rifiuto di atti di ufficio è caduta. I due vigili del fuoco sono stati assolti perché il fatto non sussiste. La vicenda risale al 2020 e ha avuto come scenario un terreno nel Comune di Follo dove i vigili del fuoco erano intervenuti. Ma una volta giunti a Sorbolo il loro intervento si era reso inutile in quanto le fiamme erano già state domate dal proprietario del terreno. Ma qualche giorno dopo nelle vicinanze è divampato un nuovo incendio che ha bruciato sterpaglie e un albero. Le forze dell’ordine avevano ritenuto che tra i due fuochi ci fosse un collegamento quindi che il secondo non fosse altro che la conseguenza del primo incendio non adeguatamente spento. Sono stati contestati ai vigili del fuoco il rifiuto di atti d’ufficio e la falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale. Nel processo che si è tenuto in tribunale a Spezia davanti al giudice Carolina Gagliano gli avvocati Catia Piras e Claudio Orlandi hanno dimostrato che i due roghi non erano collegati. Nel primo caso oltre al fatto che fu spento dal proprietario del terreno i vigili non erano tenuti a denunciare l’autore perché nel Comune di Follo non era vigente nessun divieto di abbruciamento. Anche la presunta mancata comunicazione alla sala operativa dell’accaduto contestata è caduta in quanto i vigili del fuoco avevano informato la sala operativa che la chiamata ricevuta non fosse altro che falso allarme.
Massimo Merluzzi