ILARIA VALLERINI
Cronaca

Mitilicoltori in attesa. I filari dei muscoli fuori dalla diga: "Siamo pronti"

Siglata una nuova concessione a Lerici, a giorni tocca a Porto Venere. Il presidente della cooperativa tra preoccupazioni e speranze. "Il trasferimento è una garanzia, ma abbiamo messo in conto i disagi".

Siglata una nuova concessione a Lerici, a giorni tocca a Porto Venere. Il presidente della cooperativa tra preoccupazioni e speranze. "Il trasferimento è una garanzia, ma abbiamo messo in conto i disagi".

Siglata una nuova concessione a Lerici, a giorni tocca a Porto Venere. Il presidente della cooperativa tra preoccupazioni e speranze. "Il trasferimento è una garanzia, ma abbiamo messo in conto i disagi".

"I vivai saranno spostati più in là, fuori dalla diga foranea". Il presidente del Consorzio Mitilicoltori Associati della Spezia, Paolo Varrella, indica un punto in mare aperto, a circa 200 metri dallo sbarramento prospiciente il porto, dove sarà delocalizzata la produzione dei mitili per permettere la successiva esecuzione dei dragaggi dei fondali dei bacini portuali e del canale di accesso allo scalo. Ci troviamo allo stabulatore nella baia di Santa Teresa, un punto di riferimento del settore ittico locale con una capacità produttiva di muscoli annua di circa 25mila quintali. Un progetto, quello del ‘trasloco’ che, dopo una lunga impasse, era stato sbloccato grazie al via libera da parte della Regione Liguria del febbraio scorso. E che, da quel momento in poi, ha proseguito con un lavoro importante di interlocuzione sottotraccia. Oggi, a distanza di 6 mesi, i tempi sono maturi: il trasferimento dei vivai è previsto a settembre, dopodiché, entro fine autunno, prenderanno avvio le operazioni di dragaggio. Il piano, dal valore complessivo di 36 milioni di euro, prevede l’asportazione di circa 800mila metri cubi di materiale. Recentemente il Comune di Lerici ha messo a punto l’atto concessorio per la riperimetrazione delle aree, fuori diga, destinate alla mitilicoltura. Un atto che non è di competenza dell’Adsp, ma bensì dei Comuni di Lerici e Porto Venere. "In qualità di legale rappresentante della Cooperativa recentemente mi sono recato al Comune di Lerici per siglare la concessione, ora è il turno di Porto Venere", spiega Varrella. Secondo l’Autorità di Sistema Portuale sarà questione di "pochi giorni" e poi la ‘palla’ passerà alla Capitaneria di Porto per il nulla osta. L’intervento a Santa Teresa prevede la creazione di spazi adeguati per trasferire i molluschi fuori diga durante le operazioni di dragaggio, azzerando di fatto i rischi dovuti agli scavi.

"Nel 2015 la fuoriuscita di fanghi distrusse la produzione, oggi abbiamo costruito un percorso con l’Autorità Portuale perché ciò non si ripeta. Le preoccupazioni non mancano, ma abbiamo messo in conto eventuali disagi dovuti al trasferimento perché il nostro è un lavoro in balia degli eventi. Il prodotto potrebbe essere maggiormente soggetto alle mareggiate e alla predazione di orate, ma crediamo che in questo caso i benefici superino eventuali perdite", spiega Varrella. "Siamo felici, dunque, del lavoro di coordinamento continuo fatto con l’Adsp che tiene conto delle nostre esigenze lavorative. La categoria dei mitilicoltori – aggiunge il presidente del Consorzio – guarda con molta speranza e grandi aspettative alla fase operativa dell’accordo. Ci auguriamo che l’Autorità Portuale metta in campo tutti gli accorgimenti possibili per eliminare ogni possibile pericolo legato alle operazioni di dragaggio. Il trasferimento fuori diga foranea è sicuramente una garanzia in più in caso di una dispersione accidentale dei fanghi, oltre alle assicurazioni ricevute di un controllo e monitoraggio costante con l’ausilio di droni subacquei nelle fasi di lavoro". Il piano porterà "alla totale ristrutturazione dei vivai, che saranno ben distanziati l’uno dall’altro e godranno di una migliore circolazione dell’acqua. Le strutture attuali sono frutto di ammassamenti successivi – ricorda Varrella – perché un tempo erano dislocate a corona del Golfo e gradualmente sono state agglomerate nella ‘riserva indiana’ in diga".

Ilaria Vallerini