
Le analisi effettuate da Goletta Verde destano particolare preoccupazione
Grosseto, 6 agosto 2025 – La costa toscana continua a fare i conti con un sistema di depurazione insufficiente e criticità ambientali croniche. Lo dimostrano i dati diffusi da Goletta Verde di Legambiente, che tra il 15 e il 16 luglio ha monitorato 20 punti lungo il litorale regionale. I risultati non lasciano spazio a dubbi: il 60per cento dei campioni è risultato oltre i limiti di legge per i parametri microbiologici di Escherichia coli e enterococchi intestinali.
Particolarmente preoccupante è la situazione nella provincia di Grosseto, dove su sei punti campionati, tre sono risultati inquinati o fortemente inquinati. Si tratta della foce del fiume Gora a Follonica e del fosso alla Tagliata etrusca ad Ansedonia, entrambi fortemente contaminati, e della foce del fiume Osa a Orbetello, giudicata inquinata. Tutti e tre si trovano in corrispondenza di foci e canali, dove è maggiore l’impatto di scarichi e deficienze del sistema fognario. Entro i limiti di legge, invece, i prelievi effettuati a Poggio Pertuso/Cala Galera, Castiglione della Pescaia e Bocche di Albegna.
“Nessuna buona notizia dalla Toscana– denunciano Fausto Ferruzza e Federico Gasperini di Legambiente Toscana – molte delle foci dei fiumi restano veri e propri punti neri dell’inquinamento costiero, con situazioni preoccupanti anche a Piombino, Follonica e sull’Isola d’Elba, dove si registra un peggioramento rispetto al 2023.”
Proprio a Livorno e nelle sue isole si segnala una situazione simile: tre punti su sei fuori norma, tra cui Marina di Salivoli, la foce dei fossi di Mola a Capoliveri e Marciana Marina. Anche qui, le criticità si concentrano in prossimità di foci e scarichi.
Secondo Goletta Verde, il problema non è solo ambientale ma anche strutturale. “È urgente potenziare la depurazione e la rete fognaria – afferma il portavoce Stefano Raimondi – non solo per migliorare la qualità delle acque, ma anche per tutelare la biodiversità e contrastare gli effetti degli scarichi abusivi”.
La fotografia scattata da Legambiente, insomma, conferma una situazione preoccupante, dove la qualità delle acque non segue il ritmo degli investimenti promessi, e dove Grosseto, un tempo considerata un’eccellenza balneare, appare sempre più vulnerabile.