
Per. un pranzo veloce. due panini al lampredotto, due bicchieri di vino e una bottiglia d’acqua: un modo per risparmire
Turismo sempre più povero o prezzi ormai insostenibili anche per la middle class? Per scoprirlo ci immedesimiamo in una coppia che si concede un weekend romantico in riva d’Arno. In casa entrano 2.500 euro al mese e ricavandoli a fatica tra mutuo e bollette abbiamo 100 euro a testa di budget, 200 totali, viaggio escluso. Dopo aver letto l’articolo pubblicato da La Nazione pochi giorni fa che stima 250 euro di spesa di un turista per un giorno all’ombra del Cupolone, temiamo di dover rinunciare; ma siamo abituati a sopravvivere in una grande città turistica anche noi, ipotizziamo Roma, e abbiamo gli anticorpi contro gli stratagemmi per mungere i turisti. E allora che si fa?
Prenotiamo per il sabato di Ferragosto con soli 9 giorni d’anticipo, ma su Booking troviamo una matrimoniale con bagno a 47 euro, tasse incluse, ottima offerta. È a Peretola, ma in centro non c’è niente di simile a meno di 77 euro. E poi, anche l’hotel ha recensioni appena passabili, ha il parcheggio, che ci consente di risparmiare e avere più flessibilità di orari, e la tramvia a dieci minuti a piedi in un quarto d’ora porta in centro.
Anche se il viaggio non è stato messo in budget, comunque venire in auto dimezza i costi di trasporto. Arrivo da Roma e ritorno costerebbe in coppia a partire da 82 euro con Italo e 120 con Frecciarossa; in macchina invece 54 euro tra carburante e pedaggi (stima da sito Michelin). Rimangono in tasca quindi 153 euro. Il check in sarebbe alle 14, ma viene fatto il favore di parcheggiare già al mattino. Due biglietti del tram, 3,40 euro.
Scesi in San Marco, pasta e cappuccino per due, fanno 7 euro. Ci incamminiamo verso il Duomo, lo vediamo da fuori perché abbiamo scelto gli Uffizi: 25 euro più 4 di prenotazione a testa e il portafoglio si è già sgonfiato a 84,60 euro. Usciamo affamati, cerchiamo un pranzo veloce seppur tipico: due panini al lampredotto, due bicchieri di vino e una bottiglia d’acqua: il conto è 15 euro. Non male. Classico struscio nel Quadrilatero romano, Ponte Vecchio, vetrine solo da fuori perché lo shopping è interdetto dal budget e siamo tra le pittoresche vie d’Oltrarno. Il caldo pomeridiano è insopportabile, dove riposarsi un po’ al fresco? Amici fiorentini ci consigliano il parco di Villa Strozzi: ombroso, ricco di arte e storia, 700 metri appena fuori da Porta san Frediano. Si fa l’ora dell’aperitivo: due Negroni, già che siamo a Firenze, con appetizer, fuor di porta, 12 euro, poi passeggiata al tramonto sui lungarni fino a Borgo Ognissanti e Santa Maria Novella. Rimangono in tasca appena 57,60 euro e dobbiamo ancora cenare. Missione impossibile? Spulciando su internet troviamo in zona una nota trattoria che offre menù a prezzo fisso: primo, secondo, contorno acqua e quartino a 24 euro a testa. Non sarà una cucina stellata e non prenderemo l’inflazionata bistecca, ma riusciamo a sentire il gusto di piatti tipici: pasta al cinghiale, ribollita, peposo, coniglio, fagioli: incredibile. Tolti i biglietti per rientrare in hotel, rimangono ancora 6 euro per il gelato.
Carlo Casini