CARLO CASINI
Cronaca

L’hub di viale Piombino: "Qui siamo sulla Luna. Vorremmo più servizi"

La voce degli autisti nel parcheggione in periferia

Uno fra i primi autisti dei torpedoni che ieri ha inaugurato la nuova postazione di sosta in viale Piombino tra Isolotto e Casellina

Uno fra i primi autisti dei torpedoni che ieri ha inaugurato la nuova postazione di sosta in viale Piombino tra Isolotto e Casellina

Qual è stato il primo impatto per gli autisti, quello del nuovo parcheggio dei pullman turistici di viale Piombino? Da ieri i conducenti, dopo aver scaricato i visitatori nel nuovo punto di discesa di piazzale Vittorio Veneto, devono portare i torpedoni nell’apposito posteggio all’uscita della Fi-Pi-Li, e da lì ripartire per tornare a caricarli. Ma, complice il traffico paralizzato causa lavori su Ponte all’Indiano che ha spinto tanti automobilisti a scegliere ponte alla Vittoria bloccando l’Ovest della città, la giornata non si è rivelata la più azzeccata per inaugurare il sistema. I bus si sono trovati fermi in coda insieme alle auto. Alle 10,30 viale Piombino è ancora come uno stradone deserto di periferia tra le fabbriche e la rampa della superstrada, e la striscia gialla del parcheggio bus fresca di vernice stona con quella delle auto stinte e il marciapiede sconnesso e invaso d’erbacce. Non il miglior biglietto da visita della città. Alle 11 arriva il primo bus, subito a ruota altri due. Scende un autista, faccia truce e affaticata. "Un’ora dal casello di Scandicci a piazza Paolo Uccello – spiega –. Era tutto ingolfato, ho un gruppo di inglesi che non ne potevano più. Si domandavano avviliti come in Italia fosse sia una cosa del genere. Il navigatore dava 35 minuti a piedi per il centro e 37 per traversare il ponte alla Vittoria, hanno voluto che li scaricassi lì e proseguire a piedi".

"Ho seguito tutte le mail dal Comune ma è un disastro – dice Roberto, autista di Sacas – A Santa Croce si stava meglio. Scaricavi alla Zecca andavi allo Stadio, eri in città. Oggi devo stare qui fino alle 16. Mi sono portato la bici per arrivare da qualche parte, il tram è lontano. Ok, c è un centro commerciale a dieci minuti a piedi (Freeland-Uci, ndr) un bar in via della Casella, e qualche negozio ma è poco rispetto all’offerta che avevamo là. Già questo mestiere non lo vuol fare più nessuno, perché di sacrificio. Poi le città ci vogliono tenere sempre più lontani. Io tra qualche anno vado in pensione, il problema è dei giovani. Ma è anche dei turisti: paghi 300 euro di ingresso e per arrivare in centro devono fare 2 chilometri a piedi. Il tram? Molti turisti sono stati borseggiati e le guide non ce li portano volentieri. E poi bastano due pullman e si satura. Altrimenti ci sarebbe il parcheggio di Costanza che è meglio servito".

"Non va bene, l’accessibilità alla città non è buona – concorda Francisco, spagnolo che accompagna un gruppo di Brasiliani in tour per l’Europa – Sia da Scandicci che dall’Aeroporto è un inferno di traffico. Da Montecatini a piazzale Vittorio Veneto 2 ore e 54, 50 km, la metà dentro la città. Prima da Firenze Sud in 10 minuti eri alla Zecca. Firenze era tra le migliori città come carico e scarico, ora tra le peggiori. Dovrò aspettare fino alle 17 sotto al sole. Non c’è ombra, non c’è un bar, di là dal viale c’è un’area di servizio ma l’attraversamento è lungo. Almeno mettessero un food truck e un bagno". "Si paga 300 euro per stare in mezzo al nulla! Neppure un cartello che ci indichi i servizi, la città – rincara Mauro, da Spezia – Le altre città sono meglio, intendiamoci, ormai ovunque ci trattano di pezza. Oggi ci stiamo aiutando tra colleghi, telefonate per trovare il parcheggio, nessuno ci assiste".

Carlo Casini