ROSSELLA CONTE
Cronaca

La provocazione di una turista: “Firenze è più cara della Norvegia. E senza i loro stipendi”

La lettera di una fiorentina di ritorno da una lunga vacanza nel nord Europa: “Le ferie in Toscana sono assai più care. Là si spende, ma hanno salari top”

Una famiglia di turisti consuma un pasto frugale durante il tour in città. In molti non possono più permettersi pranzi al ristorante (Giuseppe Cabras/New Press Photo)

Una famiglia di turisti consuma un pasto frugale durante il tour in città. In molti non possono più permettersi pranzi al ristorante (Giuseppe Cabras/New Press Photo)

Firenze, 7 agosto 2025 – A Firenze il turismo divide, soprattutto quando si parla di prezzi. Da una parte ci sono gioiellieri e ristoratori che lamentano il calo degli acquisti da parte dei visitatori, dall’altra chi, come Benedetta Ammannati, fiorentina di 53 anni, si dice esasperata da un’offerta che considera ormai fuori misura.

“Mi è venuto da sorridere a leggere le urla contro chi non compra gli anellini sul Ponte Vecchio o non beve vino a tavola. Non si rendono conto della situazione in essere ma vedono solo i loro interessi di bottega”, scrive in una lettera inviata in risposta al dibattito. Ammannati è nata a Coverciano, ha vissuto a Peretola e oggi abita a Novoli, con due figli di 12 e 18 anni.

“Il centro era uno svago, ci si trovava sempre lì. Ora cerco di andarci il meno possibile, perché è una Disneyland”. Una trasformazione, a suo dire, legata proprio al turismo: “Ha arricchito la città, ma l’ha stravolta. In centro non ci sono più negozi o locali per noi abitanti”. La sua riflessione parte da un esempio concreto: “La settimana scorsa, per un panino con mozzarella e pomodoro vicino al Bargello, chiedevano 9 euro. Se te lo fai in casa ti costa 1 euro e mezzo, a dir tanto”. Ma non è solo una questione di prezzi: secondo lei, a mancare è la competitività. Un tema che conosce bene anche per esperienza diretta. A luglio ha trascorso un mese in Norvegia con la sua famiglia, in camper, e ha potuto constatare quanto diverse siano le politiche dell’accoglienza. “Le aree camper norvegesi corrispondono a un campeggio base, con piazzole grandi il doppio del mezzo. Il costo massimo, anche alle Lofoten, non ha mai superato i 19 euro per 4 persone. Le docce calde, i bagni, la lavatrice e l’asciugatrice sono sempre gratuiti”.

In Italia, racconta, la situazione è ben diversa: “A Follonica per un’area camper si spendono circa 55 euro, con uno spazio simile a un parcheggio. Se invece voglio andare a un campeggio con qualche comodità in più spendo 130 euro al giorno solo per un pezzo di terra e l’uso dei bagni. Le lavatrici e le asciugatrici a carico dell’utente”.

Anche la ristorazione, secondo Ammannati, non è più accessibile: “Per mangiare una pizza in quattro persone si spendono 100 euro, più o meno come in Norvegia”. Il paragone con il nord Europa non si ferma ai servizi: “Gli stipendi in Norvegia sono molto ma molto più alti dei nostri. Un cameriere prende dai 2500 ai 3500 euro, fino a 5.000 nei ristoranti di fascia alta”. “Se io con la mia famiglia avessi voluto restare in Toscana, avrei speso molto di più rispetto alla Norvegia”.

Rossella Conte