
Con la delibera votata dalla giunta l’amministrazione partecipa a un bando da 20 milioni per convertire la linea a batteria
Firenze, 1 giugno 2025 – Una delle critiche che vengono più volte mosse al sistema tramviario dai suoi detrattori – pochi temi come l’utilità o meno di Sirio in città, hanno diviso negli ultimi decenni i fiorentini nella contrapposizione classica Guelfi-Ghibellini – sono i tempi di percorrenza del mezzo, la copertura solo parziale del territorio comunale (con l’esclusione totale dei popolosi rioni di Oltrarno e Porta Romana) e, soprattutto, l’obbligo di ’spacchettare’ in più tranche un ipotetico viaggio per attraversare la città. Ma se sulla questione della velocità della corsa ben poco si può fare (anche se i nuovi e più moderni Hitachi che ’imboccheranno’ i binari già della 3.2.1 Libertà-Bagno a Ripoli sulla carta saranno più scattanti) se non fosse per il fatto delle ridotte distanze tra le fermate in una città relativamente piccola e non si può neanche ripensare ormai, come invocava al tempo Cecilia Del Re, a una tramvia circolare in futuro potrebbe arrivare una grossa novità sulla fluidità dei viaggi.
Viaggi che potrebbero diventare molto più rapidi e, soprattutto, non necessitare più di ’scali’ per arrivare a destinazione. Sarebbe, di fatto, una rivoluzione poter andare ad esempio da Rovezzano fino a Scandicci comodamente seduti sullo stesso mezzo dalla partenza all’arrivo. Un sistema che portrebbe, come auspica l’assessore alla tramvia, Andrea Giorgio, “nuove modalità di esercizio”. Con direttrici e percorsi nuovi il servizio diventerebbe assai più capillare e con molta probabilità indurrebbe ancora più fiorentini a lasciare l’auto a casa e salire a bordo di Sirio per andare a lavoro o a fare acquisti.
Come riportato ieri da La Nazione con una delibera votata dalla giunta giovedì, l’amministrazione Funaro ha deciso di partecipare a un bando da 20 milioni di euro del ministero delle Infrastrutture con un progetto ambizioso: convertire l’intera linea tramviaria all’alimentazione a batteria così da eliminare le catenarie. Il Comune parla di una possibile “rivoluzione del sistema tramviario” perché, appunto, una volta che le ’carrozze’ potranno circolare grazie alle batterie, si potranno avere collegamenti diretti tra i punti di partenza del tram e i capolinea senza che i paseggeri siano costretti a scendere dai mezzi per poterne prendere altri. Tutto ruota attorno al concetto di rottura di carico. Ma cos’è? Questo termine indica il punto in cui i passeggeri sono costretti a cambiare tram per proseguire il viaggio su una linea diversa. Non si tratta di un guasto tecnico, ma di un’interruzione “programmata” del percorso che obbliga al trasbordo da un convoglio all’altro, in genere a causa di differenze tra tratte non completamente integrate (tipo quelle con convogli alimentati a batteria e quelle intermodali, pantografo e batteria).
Nel caso specifico della linea 2 e della futura linea per Bagno a Ripoli, la rottura di carico è prevista all’altezza di piazza della Libertà, dove i passeggeri dovranno scendere e risalire su un altro tram per proseguire verso sud. Ma la volontà del Comune e del gestore del servizio è eliminare la rottura di carico, in questo modo i benefici saranno molteplici. Quali? Innanzitutto una maggiore comodità per i passeggeri; la riduzione dei tempi di percorrenza, così da evitare attese e disagi durante il trasbordo; una migliore integrazione urbana, con un servizio più fluido e percepito coma un’unica rete coerente. E infine, un aumento dell’efficienza del trasporto pubblico, con meno congestione nei punti di scambio e maggiore puntualità.
Emanuele Baldi
Antonio Passanese