
Guardia di finanza
Firenze, 3 settembre 2025 – Una società inesistente, bilanci manipolati e denaro pubblico che rischiava di prendere la strada dell’estero. È quanto ha scoperto la guardia di finanza di Firenze nell’ambito di un’indagine sull’utilizzo dei fondi del Pnrr, che ha portato al sequestro di 150mila euro già erogati e al blocco di una seconda tranche di finanziamenti per lo stesso importo.
L’inchiesta, condotta dal Nucleo di polizia economico-finanziaria, si inserisce nella strategia antifrode messa in campo a livello nazionale per proteggere le risorse europee e difendere la competitività delle imprese sane, impedendo che a beneficiarne siano soggetti senza reale attività.
Al centro delle indagini c’è una società fiorentina che aveva ottenuto da Simest - società del gruppo Cassa depositi e prestiti che sostiene la crescita delle imprese italiane attraverso l’internazionalizzazione della loro attività - un finanziamento agevolato di 300mila euro, parte a fondo perduto, dichiarando di voler sviluppare una piattaforma digitale per la vendita di surgelati. In realtà, dietro le carte non c’era nulla: la società era di fatto una “scatola vuota”, sostenuta da bilanci falsificati e documenti costruiti ad arte.
La prima tranche, pari a 150mila euro, era già stata accreditata quando i finanzieri hanno intercettato i flussi di denaro, scoprendo che parte delle somme era stata rapidamente trasferita a una società slovena fittizia, così da rendere più difficile ogni tracciamento. Il rappresentante legale della società è stato segnalato per truffa aggravata, malversazione, autoriciclaggio e false comunicazioni sociali.
Determinante il coordinamento con l’ufficio di Bologna della Procura europea (Eppo), che ha guidato le indagini, e il supporto del Nucleo speciale spesa pubblica e repressione frodi comunitarie. Fondamentale anche la collaborazione di Simest, che ha fornito i dati necessari a smascherare la frode.
Oltre al recupero delle somme già versate, l’intervento ha avuto un valore preventivo: evitando l’erogazione della seconda tranche, altri 150mila euro di fondi europei non sono stati sottratti alla loro destinazione originaria.