DANIELA GIOVANNETTI
Cronaca

Fonte Sotterra, operazione rinascita. Indagine geologica per il recupero

La sorgente, che la tradizione fa risalire all’epoca etrusca, può tornare ad essere un’attrazione turistica

Il Comune di Fiesole ha affidato a uno studio specializzato in indagini geologiche l’incarico di verificare le condizioni di stabilità e di condurre approfondimenti diagnostici sulla Fonte Sotterra, la sorgente situata in una grotta artificiale, che la tradizione fa risalire all’epoca etrusca. Lo scopo è quello di avviare un progetto di riqualificazione con l’obiettivo di inserirla negli itinerari turistici della città e poter tornare a organizzare visite guidate su questo luogo unico, che rischia di cadere nell’oblio.

Oggi, per motivi di sicurezza, questo straordinario manufatto ipogeo non è infatti visitabile e c’è solo la possibilità di "spiarlo" dal cancello nascosto fra i vicoletti di Borgunto. Eppure, la Fonte Sotterra rappresenta un bene di grande interesse, che racconta una storia fatta di pietra, acqua e ingegno.

Utilizzata come sorgente fin dal medioevo, la fonte è un luogo denso di misteri e di aneddoti, tanto che nell’Ottocento era meta di curiosi e turisti. Uno studio ne ha documentato l’esistenza fin dal 1500. Ma una tradizione erudita sostiene che la costruzione risalirebbe addirittura al periodo etrusco-romano, quando probabilmente era un luogo sacro legato al culto delle acque. Scesi ventidue gradini, e dopo un dislivello di cinque metri, si accede ad un antro di dieci metri di lunghezza per trentadue di larghezza, dove l’acqua sorge da numerose vene e stillicidi, che arrivano da Montececeri e Sant’Apollinare. Da questo ambiente principale parte un cunicolo che conduce a una seconda grotta più bassa. La capacità totale dell’invaso è di circa 700 metri cubi e ha una temperatura stabile di 13 gradi; caratteristica che l’ha resa per lungo tempo una sorta di frigorifero naturale per frutta e verdura. Durante l’ultima guerra fu usata come rifugio antiaereo dalla popolazione locale.

Una delle sue particolarità sono le epigrafi incise sulle pareti e sulla volta. Si tratta di nomi e date lasciate da chi forse ha scavato la grotta. La più antica è del 1606; la più recente del 1874. L’iniziativa rientra nelle attività di valorizzazione delle presenze d’acqua a Fiesole, uno dei temi sviluppati durante il percorso partecipativo per la candidatura della città a Capitale italiana della Cultura 2028.