
Stefano Ciurnelli, ingegnere trasportista
Un anno di incarico per stilare, con la società da lui fondata, la Tps Pro, il Piano generale del traffico urbano. In pratica la Bibbia che dovrebbe traghettare Firenze fuori dal caos traffico e scrivere, gomito a gomito con l’assessore Andrea Giorgio, la nuova mobilità in riva d’Arno. Lui, Stefano Ciurnelli, umbro di Corciano, ingegnere specializzato in trasporti, 63 anni, da oggi è il Mr.Wolf del traffico fiorentino. Deve risolvere problemi. E non pochi.
Ciurnelli, è spaventato? "No. Ho già collaborato con Firenze nel 2019 per la stesura del Pums metropolitano. Mi sono occupato anche di altre città metropolitane come Bologna, Venezia, Napoli e Bari". Quali quelle più toste? "Venezia e Napoli". Più di Firenze? "Si". Quale sarà la sua prima mossa? "Avere un quadro conoscitivo che non può essere quello del 2019. Il piano generale del traffico è un’operazione sartoriale, ogni città ha diritto a un piano che parli di lei, non credo nelle operazioni prêt-à-porter. La prima cosa che serve sono i dati generali, poi costruire un sistema che mi consenta di comprendere quali sono le interazioni sui grandi cantieri".
Cioè? "Capire ciò che già fa l’amministrazione e se possiamo avere una collaborazione spinta con gli appaltatori sui grandi cantieri’. Prima di Natale vogliamo aver pronto un quadro conoscitivo". Poi si passerà all’azione. "Di fronte ai numeri, ci sarà sicuramente un atteggiamento proattivo. Anche in contesti complessi è proprio davanti ai numeri che si trova la mediazione politica. I numeri possono aiutare la politica a riappropriarsi di quello che è il suo ruolo. Le soluzioni esistono sempre, anche in situazioni complicate: non credo ai piani imposti, ma a quelli condivisi".
Quando inizierà a lavorare? "Cominceremo il 17 settembre con la mia presenza al convegno per la Settimana europea della mobilità sostenibile. Operativamente saremo al lavoro dalla settimana seguente". Cosa si aspetta da lei Palazzo Vecchio? "Mi hanno chiesto quale sarebbe stato il mio approccio. Ho risposto che la cosa migliore è costruire insieme un piano e ho dato la mia disponibilità a essere presente fisicamente in città". Traffico e cantieri. Firenze ha la febbre alta. "Tra i miei obiettivi c’è razionalizzare l’approccio alla cantierizzazione. Quello che ho avuto modo di vedere in altre città, come anche a Bolzano, è che a volte la mano destra non sa cosa fa la sinistra e stesse stazioni appaltanti non parlano tra loro".
La città lavora alla sua terza linea tramviaria. Lei crede che il tram possa risolvere i problemi della mobilità o che li peggiori? "Credo nel trasporto pubblico. Ci credo così tanto che sono stato tra i fautori dei bus rapid transit (bus che viaggiano interamente su corsia preferenziale ndr) in città come Bari, Taranto e Perugia. Ma mi faccia dire una cosa". Prego. "Per apprezzarne i benefici dobbiamo avere un effetto rete, altrimenti troviamo soltanto un ’corridoio’ in cui il trasporto pubblico funziona. Non si possono fare tramvie dappertutto, c’è bisogno anche di linee di bus che facciano questo lavoro di sutura per avere una rete. Non una struttura radiale".
Si è fatto un’idea di ciò che manca a Firenze? "Posso parlare per l’esperienza che ho avuto un altri contesti dove ho vissuto un prima e un dopo il Covid". Cioè? "Maneggiando i big data ho trovato realtà completamente diverse prima e dopo: il ricorso frenetico all’e-commerce col proliferare di mezzi sotto le 3,5 tonnellate in giro per la città e il ricorso a orari di lavoro diversi da quelli consueti: una condizione che non era così esasperata 5 anni fa. Dunque ci sono legittime aspettative per una fluidità della circolazione. Aspettativa che in certi casi diventa pretesa".
Anche il Pnrr ci ha messo del suo. "Esatto. Si sono andati a sovrapporre due tipi di cantieri: quelli di manutenzione ordinaria e i progetti Pnrr che hanno una pretesa di tempistica imposta dall’Europa che è fuori luogo. Tutto ciò si scarica sugli enti locali". Conosce lo Scudo Verde di Firenze. Che ne pensa? "Ricordo che, nel 2019, il 50% delle auto presenti in città proveniva da fuori e non si trattava di traffico di passaggio, come nel caso dell’autostrada. Lo scudo deve aiutare a conoscere questi numeri e capire quali sono le misure da condividere con i Comuni vicini, sulle principali direttrici di traffico. Poi c’è il turismo: una risorsa per la città che però sottrae anche capacità alla stessa rete di trasporto pubblico". Qual è la soluzione per avere meno auto? "Aspetto i numeri. Dopo il Covid l’uso dell’auto è cresciuto più velocemente del trasporto pubblico. Nell’area metropolitana di Venezia nel 2024 abbiamo già superato i livelli del 2019. Questo perché ci siamo abituati a comprimere i tempi e fare le cose in poco tempo".
I fiorentini la aspettano per un giro dei viali nell’ora di punta. "Certo. Sarà la prima cosa che farò. altrimenti non avrei accettato di esserci. Sarò a Firenze almeno una volta a settimana e lavorerò negli uffici comunali. Ho proposto questo approccio e ho trovato una sponda favorevole sia nella sindaca Funaro che nell’assessore Giorgio".
Claudio Capanni