EMANUELE BALDI
Cronaca

Firenze, bus tra cantieri e caos. Tempi folli da rispettare, gli autisti: “Facciamo salti mortali, insulti a ogni ritardo”

I conducenti tra orari impossibili da rispettare e passeggeri furiosi. Milli: “Intrappolati tra caddy, furgoni, auto in doppia fila e cantieri”. Lo sfogo di un’autista: “Rinuncio alle pause per accelerare le corse”

Oltre al C4, che cerca con scarsi successi di divincolarsi in centro, che ad oggi sembra una delle linee più in difficoltà, si registrano disagi anche sui bus 23, 6, 14, 31 e 32

Oltre al C4, che cerca con scarsi successi di divincolarsi in centro, che ad oggi sembra una delle linee più in difficoltà, si registrano disagi anche sui bus 23, 6, 14, 31 e 32

Firenze, 19 giugno 2025 – “Sa quante volte al capolinea arrivo in ritardo e, per non stare ogni volta a discutere con la sala radio, che pure fa un lavoro di raccordo straordinario, rinuncio alla pausa e mi rituffo nella corsa dopo appena qualche minuto? Praticamente ogni giorno...”. Ce lo racconta un’autista di Autolinee Toscane, esasperata, che preferisce però rimanere anonima.

E il risultato della ripartenza-lampo della dipendente di At è quello di accendere il motore del bus e, con la stanchezza e lo stress accumulati nella corsa appena conclusa, schiacciare il pedale dell’acceleratore e rientrare nello sfaccettatissimo girone dantesco del traffico fiorentino che ha un assortimento di ’grane’ pressoché infinito.

Ce le snocciola Massimo Milli di Fisa-Cisal, che ’cavalca’ le strade fiorentine dall’inizio degli anni Novanta e che, ammette, mai ha visto un caos come quello dei nostri giorni. “In giro ormai c’è di tutto: caddy, furgoni per il carico e lo scarico di merci a ogni angolo, auto in doppia fila, frotte di turisti, camion dei rifiuti, cantieri ovunque...”. Dice Milli che “Firenze è radicalmente cambiata” e che “sarebbe ora di rivedere anche il trasporto pubblico” che, a suo dire, “non è più adatto ai tempi”.

Non butta la croce addosso all’azienda Milli, anzi al contrario riconosce che i vertici di AT “fanno di tutto per venirci incontro”. Piuttosto guarda al futuro e invoca un cambiamento “anche perché così il sistema non regge, non regge più”. Fa un esempio e tira in ballo il C4 – bussino che cerca con scarsi successi di divincolarsi in centro – e che ad oggi sembra una delle linee più in difficoltà, insieme ad altre storiche e di lunga percorrenza, come il 23, il 6, il 14 e il 32.

“Nella corsa tra Piazza Santa Maria Maggiore e il Palagi posso perdere in media 10 ma anche 15 minuti in pochissimi chilometri, lo stesso vale per la corsa di ritorno. Ciò significa che in due corse di andata e ritorno si perde addirittura un’ora. Non so se ci rendiamo conto di quanto significhi in termini di servizi un ritardo simile...”. Corse che saltano, ressa alle fermate, passeggeri che si innervosiscono e “poi ce ne dicono di tutti i colori quando arriviamo e salgono a bordo”.

Insomma una ’vita difficile’, per scomodare Alberto Sordi, e come ’premio’ gli sfoghi dei fiorentini esasperati che “magari vedono una linea passare tre o quattro volte nella direzione opposta, mentre aspettano il loro autobus magari da 40 minuti...”. E in più, torna a raccontarci la nostra autista, “prima a ogni capolinea c’era un bagno chimico. Ora in diverse postazioni sono stati tolti...”.

Milli la butta lì. “Serve un anno zero del trasporto pubblico. E’ necessario che azienda, sindacati, Comune e Regione si incontrino per ridefinire tanti aspetti” dice. Per il sindacalista andrebbero ad esempio “riviste le mappe di linee che ormai sono vecchie e non corrispondono più alle esigenze di parti dell’utenza” e “sono da ripensare i tempi di percorrenza perché molti non sono più effettivamente possibili da coprire”.

“In più – conclude Milli – dobbiamo tenere anche di conto che andiamo verso il completamento della rete tramviaria. La gomma resterà, certo, ma dovrà essere studiata come servizio complementare”.

Intanto, secondo quanto trapela, ci sarebbe un tavolo aperto con Palazzo Vecchio per la riorganizzazione di alcune linee. Chiaro però che in un territorio relativamente piccolo e fragile come è quello fiorentino, i tempi non possono essere brevi. Ripensare una linea storica significa cambiare le abitudini di migliaia di passeggeri. O attivare una nuova preferenziale, ad esempio, comporta necessariamente cambiamenti e proteste. Serve gradualità. Ma da qualche parte, invocano gli autisti di At, bisognerà pur cominciare.