
Un operaio in azione nel cantiere del tram lungo il Pian di Ripoli
Firenze, 2 agosto 2025 – È troppo presto per il sospiro di sollievo, non lo è però per un ’buona la prima’. Lo stress-test in viale Europa, ovvero la prova su strada per verificare se la viabilità regge o meno, può dirsi superato. Non era scontato. Oltre 600 metri di cantiere – l’ennesimo del tram, allestito la scorsa notte e destinato a durare un annetto – potevano creare fin da subito diversi grattacapi all’area sud della città, già provata da una primavera non semplice per i lavori in viale Giannotti combinati a varie chiusure di strade, ma così almeno fino a ieri non è stato.
Chiaro, un venerdì di inizio agosto con tanti fiorentini già sulla spiaggia non può essere paragonato mai e poi mai a un lunedì di ottobre, magari pure piovoso. Insomma le code tra piazza Bartali e via Olanda, porta d’accesso alla città dalle rampe di Varlungo (ad oggi provvisoriamente chiuse in ingresso città), in autunno saranno inevitabili ma se già gli automobilisti hanno un mese a disposizione per testare viabilità alternative, una su tutte via Villamagna, quindi i controviali Europa, magari l’impatto post-ferie sarà più soft. Inutile però aspettarsi una stagione di rose e fiori. Palazzo Vecchio ha messo le mani avanti: “Servirà pazienza, i lavori vanno fatti”.
Un sospiro di sollievo semmai lo tirano residenti e commercianti del viale Europa che giorni fa, vedendo spuntare un fiorire di cartelli di divieto di sosta a ridosso delle storiche alberature della strada si erano allarmati: “Mica butteranno giù tutto come a Bellariva?”, la domanda più ricorrente. No, i pini del viale Europa, come anticipato nei giorni scorsi da La Nazione, non verranno toccati. Questo grazie a una strategia che verrà messa in atto dalla Direzione lavori tramvia. Le radici dei pini verranno ’incanalate’ verso il basso salvando così la superificie di asfalto e scongiurando rischi eventuali per il tram.
A spiegare nel dettaglio l’intervento è l’ingegner Federico Mori della Direzione. “Il cemento armato – premette – è sostanzialmente un conglomerato di acqua, calcestruzzo e sassi. Quando si asciuga, in gergo si dice quando ’tira’, può lasciare delle piccole fessure”. “Con il tempo – prosegue Mori – le radici più piccole degli alberi possono infilarvisi e indebolirlo”.
Da qui la soluzione: “Attraverso delle barriere di plexiglass che vengono posizionate, leggermente inclinate , di fianco al cemento le radici iniziano a svilupparsi verso il basso e non più in superificie. Con il tempo scenderanno ancora andando a cercare in basso l’umidità e questo consente al piano strada di evitare dissestamenti e alle infrastrutture di essere protette”. “In più – conclude – la pianta prosegue nel suo ciclo più in sicurezza”.
“La tramvia è l’opera più importante per la sostenibilità ambientale della nostra città, e questo è uno dei motivi per cui la realizziamo. – rimarca l’assessore alla viabilità di Palazzo Vecchio Andrea Giorgio – Oltre ad essere un sistema di trasporti efficiente e puntuale, una valida alternativa all’auto, è in grado a regime di farci risparmiare più di 30.000 tonnellate di anidride carbonica l’anno”. Poi Giorgio si sofferma proprio sulla questione ambientale:
“Grazie alla tramvia pianteremo quasi 100 alberi in più ogni chilometro di linea, e ci sforziamo ogni giorno di preservare il più possibile il patrimonio di verde che abbiamo: la sostituzione avviene solo dove strettamente necessario e c’è un impegno massimo – come dimostra in questo caso in viale Europa – a trovare soluzioni progettuali anche innovative che ci aiutino a tutelarlo e proteggerlo”. “Per i cantieri – conclude – seguiamo quotidianamente gli impatti sul traffico, e c’è un lavoro puntuale di progettazione delle modalità di lavoro che ha come obiettivo il minore impatto possibile sulla viabilità e anche sul commercio”.