
Il lungarno Colombo dopo l'abbattimento degli alberi
Firenze, 24 maggio 2025 – Da giorni, sul lungarno Colombo nella zona di Bellariva, il rumore che accompagna le giornate non è più quello lieve del vento tra le foglie. È quello secco, doloroso, degli alberi che cadono uno dopo l’altro. Ogni schianto spezza un tronco e il cuore di chi, su quel viale, ha vissuto, camminato, respirato. Quelle chiome verdi e maestose, quell’ombra fitta che d’estate diventava rifugio, stanno scomparendo. “Questo viale era bello, verde. Era una meraviglia”, raccontano i residenti, mentre si fermano in silenzio, scattano foto, parlano a bassa voce, come in una veglia. Il motivo degli abbattimenti è noto: al centro della carreggiata passeranno i binari della nuova tramvia Libertà–Bagno a Ripoli. L’abbattimento dei filari era previsto nel progetto, spiegano da Palazzo Vecchio che assicura anche che al termine dei lavori verranno piantati nuovi alberi ai lati della strada, dieci in più di quelli tolti, per “garantire continuità al verde urbano”. Ma la promessa non consola chi oggi vede crollare alberi storici.
“Li ripiantano? Bene. Ma almeno due generazioni non potranno ammirarli. Fa male al cuore”, sospira Carlo Alberto Donatini. “La domenica mattina era una foresta di biciclette e bambini. Quando nel 2015 caddero i primi piansero in molti”. Laura Compagnoni, una residente storica, aggiunge:
“Hanno raso tutto il suolo, assurdo tutto questo. Mi fa male il cuore, non ce la faccio a vedere quello scempio”. Grande l’amarezza anche da parte dell’associazione “Amici dei lungarni fiorentini”, che conta oltre 300 aderenti. Il presidente, Daniele Coppini, non nasconde la delusione: “Volevamo valorizzare il lungarno, avevamo immaginato un percorso di triathlon. Ora troviamo un deserto. Forse un’alternativa era possibile”. Roberta Rendina, residente e padrona di un cane che ogni giorno portava lì a passeggiare, è favorevole alla tramvia ma osserva:
“Si poteva scegliere un altro tracciato. Il primo eccidio è stato il cedro monumentale”. C’è poi chi, come Maria Sanguedolce, vive da dieci anni in zona e cammina ogni giorno sul lungarno per sentirsi meglio: “Gli alberi fanno bene all’umore, ci donano ombra, frescura. In estate qui si soffoca. E poi c’è un detto che mi ha colpito e che è diventato la mia filosofia: ’gli alberi sono le colonne del mondo. Quando l’ultimo sarà abbattuto, il cielo ci cadrà addosso’”. Monica Micol, anima del comitato di Bellariva, dice: “Non sono contro il progresso, sia chiaro. Ma ci sono casi e casi, spero che gli alberi tagliati vengono ripiantati, sono un grande patrimonio che non può essere perso”.
Firenze è una città sempre più calda, più veloce. La tramvia è un’opera attesa, necessaria per molti. Ma il prezzo, per chi quel viale l’ha amato, è altissimo. E lo si legge negli occhi dei residenti. Un pezzo di vita che se ne va. Il Comune assicura che il verde urbano sarà ripristinato. Ma il tempo degli alberi, si sa, non è il tempo degli uomini.