CATERINA CECCUTI
Cronaca

Il cinema di Giuseppe Ferlito: "Mai voltarsi dall’altra parte"

Il regista ha appena lanciato due nuove opere: "Scuotere le coscienze. Se il film riesce a farci provare empatia, la denuncia diventa azione".

regista fiorentino di adozione Giuseppe Ferlito

regista fiorentino di adozione Giuseppe Ferlito

È siciliano Giuseppe Ferlito, ma il suo cuore batte a e per Firenze, dove da oltre 30 anni dirige la Scuola di Cinema Immagina di Borgo Stella in Oltrarno. Proprio in questi giorni il regista fiorentino di adozione ha lanciato due nuove opere, nate per scuotere le coscienze, usando una formula che mescola urgenza civile e laboratorio didattico. Il primo titolo, ’Hayat’, è girato in arabo con sottotitoli italiani e narra le vicende di una sarta siriana che cuce abiti di fuga per sé e per le donne della sua famiglia, con l’intento di scappare dalla guerra e raggiungere Firenze: un inno al coraggio femminile e alla dignità del viaggio migratorio. Il lungometraggio ’Horror Vacui’, invece, è un thriller psicologico ripreso interamente con un iPhone Pro Max, che seziona le crepe di una famiglia toscana. Due sorelle, un padre docente di fisica, accuse incestuose e violenza che lentamente divorano la casa e, metaforicamente, una società che fa finta di non vedere. Entrambi i film sono stati realizzati con troupe e attori under 30 reclutati fra gli allievi della Scuola di Cinema Immagina.

Quale è stato l’apporto creativo dei suoi studenti nelle due produzioni?

"Sicuramente sorprendente. ’Horror Vacui’ è nato senza sceneggiatura: ho chiesto ai ragazzi di improvvisare conflitti, calarsi nei personaggi senza canovaccio, e alla fine la storia si è scritta da sola, davanti alla camera. Eppure gli spettatori non si accorgeranno affatto che si è trattato di un esperimento estemporaneo, tale è stata la naturalezza e la spontaneità che ci ha portato al risultato".

Perché affrontare contemporaneamente temi assai diversi come guerra/migrazione e violenza domestica?

"Chi fa cinema non può voltarsi dall’altra parte. Le macerie siriane sono visibili, quelle di Horror Vacui sono interiori ma ugualmente devastanti. Voglio radiografare l’essere umano quando si incrina: se il film riesce a farci provare empatia, la denuncia diventa azione".

Che peso ha Firenze dentro e fuori lo schermo?

"È un giacimento creativo: pietra, memoria, storia. La protagonista di ’Hayat’ sogna di arrivarci, la conosce profondamente senza averla mai vista; in ’Horror Vacui’ la tensione esplode agli Uffizi. Girare a Firenze regala ai ragazzi radici solide e, al tempo stesso, un palcoscenico universale".

Entrambi i lavori firmati da Ferlito stanno partecipando ai principali Festival internazionali di cinema indipendente, mentre le prime proiezioni al grande pubblico sono previste in autunno nelle sale cinematografiche di Firenze.

Caterina Ceccuti