
I turisti arrivano in pullman e hanno a disposizione mezza giornata per fare il tour della città
Firenze, 3 giugno 2025 – “Welcome to Florence everybody, come here for the tour”. Come un esercito di formiche la comitiva di turisti mordi e fuggi si mette in fila indiana, pronta a marciare, seguendo il richiamo della loro guida. Nella mano destra impugna l’asta con la bandierina per farsi riconoscere nel bel mezzo del caos labirintico dentro il filotto di attrazioni che la città culla del Rinascimento ha da offrire. È il ponte del 2 giugno, “L’estate sta arrivando” canterebbero (al contrario) i Righeira. Tedeschi con magliette a mo’ di turbante in testa, asiatici con l’ombrellino riparante già spalancato, scandinavi ‘incremati’ dalla testa in giù per prevenire ustioni di primo grado, ispanici che litigano con le cuffiette dell’audioguida alla ricerca dell’idioma giusto. La macedonia di turisti è pronta per essere ingoiata e digerita dal ventre del centro storico.
Intanto i trenta e passa gradi (senza un filo di vento) trasformano lungarno Pecori Giraldi in una sauna a cielo aperto per via dei sistemi di raffreddamento dei bus ‘a palla’ concentrati su una striscia d’asfalto martoriata dai cantieri della tramvia per Bagno a Ripoli. Già dal sabato, di primo mattino, è tutto un via vai.
“Facciamo solo il nostro lavoro, non ci interessa altro” risponde stizzito un autista a cui è stato fatto notare come la concentrazione di bus in doppia fila - ben 13 scollinato mezzogiorno - sia deleteria al traffico. Il tappo infatti è servito e le auto che puntano Bellariva sono costrette a dribblare i mammut col motore acceso.
Montecatini, Madrid, Lugano, persino dal Friuli. Turisti arrivano da ogni dove per una capatina a Firenze di mezza giornata. Un sorbetto di 6/7 ore per selfie e foto famiglia davanti al Duomo o in Piazza della Signoria. E poi ci sono loro, i croceristi.
Finiti alla ribalta delle cronache cittadine, rei di aver “invaso” il capoluogo toscano. A Livorno in questo ponte hanno gettato la loro ancora dieci mastodontiche navi. Dalla costa partono bignami di tour per far visitare a cronometro anche Pisa e Firenze tutto in un giorno. Soltanto domenica al parcheggio di piazzale Montelungo altri quattro bus con croceristi partiti da Livorno con questa formula: Firenze al mattino, Pisa nel pomeriggio. In città si è (ri)aperto il dibattito sull’introduzione di un ticket.
A rilanciare la proposta è stato il presidente della Camera di Commercio, Massimo Manetti. “Non consumano - ha spiegato a La Nazione - perché rimpinzati dal mangiare della nave, non portano un significativo gettito economico, occupano spazio, sporcano, aumentano la percezione diffusa dell’overtourism visitando Firenze in novanta minuti. Sono solo un costo a danno della città”. Meglio quindi varare politiche premianti per quei turisti che restano, soggiornano, vivono per almeno 3 giorni la città. Non tre ore e mezzo di alcuni walking tour che spopolano nel nome della flessibilità del turismo mordi e fuggi. Una corsa a perdisuole per disegnare un percorso circolare dalla basilica di Santa Maria Novella al Ponte Vecchio, poi Uffizi, Palazzo Vecchio e il Duomo. La marcia dei croceristi è forzata ma va a passo foto: un passo e due selfie, tre passi e un video. Il gruppo finito sotto la lente è estasiato, a tratti imbambolato dalle meraviglie.
“La Toscana? E’ storia”, ammette emozionato un californiano di San Diego. “Scambiarci un bacio sul 30 anni di matrimonio, ecco perché siamo qui”, racconta Chris da Jacksonville (Florida), tenendo per mano la moglie. Basta seguirli per osservare il loro magnetismo verso i più noti cliché inscenati da Hollywood: le immancabili tovaglie a scacchi bianchi e rossi delle trattorie di Little Italy, fiasco di vino rosso impagliato, una margherita raggrinzita esposta accanto al menù accalappia turisti. Ignari di trovarsi in una città speciale, che sa andare oltre il mangificio e l’overtourism.