REDAZIONE FIRENZE

Nuova aggressione nel carcere di Sollicciano: detenuto colpisce un agente con un pugno in faccia

Due agenti sono finiti al pronto soccorso. La UIl-Pa: «La situazione negli istituti penitenziari è sempre più ingestibile»

Il carcere di Sollicciano

Il carcere di Sollicciano

Firenze, 4 giugno 2025 –  Nuova aggressione nel Reparto giudiziario maschile del carcere di Sollicciano ( Firenze) da parte di un detenuto contro un agente della polizia penitenziaria mentre stava facendo rientrare in cella un altro detenuto. «Un'aggressione improvvisa, inaspettata - denuncia il sindacato Uilpa Polizia penitenziaria - L'agente è stato colpito con un pugno in pieno viso e poi al braccio da un ferro appuntito. Grazie all'allarme antiaggressione e all'intervento di altri colleghi, si è scongiurato un epilogo ben più grave, bloccando l'aggressore che non accennava a fermarsi tant'è che successivamente due poliziotti si sono dovuti recare al pronto soccorso». La segretaria territoriale di Firenze della sigla sindacale Laura Pierini sottolinea che «è l'ennesimo episodio di violenza nei confronti del personale. Eventi di cui talvolta non si dà notizia, per non sembrare faziosi se non ripetitivi» ma «la situazione negli istituti penitenziari è sempre più ingestibile».

«Minacce, aggressioni, rivolte e atti turbativi di ogni genere all'interno dei reparti - elenca Pierini - a cui si aggiunge un degrado strutturale e di mancanza di igiene che mettono a rischio l'incolumità sia del personale di polizia penitenziaria che gli altri detenuti», «si può tranquillamente dire che siamo nelle mani solo del personale che lavora all'interno dei reparti e della loro professionalità e coraggio».

Per Antonio Mautone, segretario generale territoriale Uil-Pa penitenziaria Firenze «la mancanza di una direzione stabile accresce il senso di precarietà e del vivere giorno per giorno, senza prospettive di miglioramento. Anni di denunce sulle condizioni di degrado e abbandono della struttura anche in termini di risorse umane a cui seguono con regolarità visite ed ispezioni che ad oggi non hanno portato a maggiore sicurezza né a un miglioramento in termini di dignità lavorativa né di vita per le persone detenute della qualità di vita e lavorativa. Pur di fronte a queste crescenti e disarmanti difficoltà, continuiamo a credere in quello che facciamo nella speranza che qualcosa di muova nella direzione giusta».