
Il presidente americano Donald Trump
Firenze, 21 luglio 2025 – Secondo le stime dell’ufficio studi Cgia di Mestre, i dazi doganali al 30% annunciati dall’amministrazione Trump e in arrivo il 1° agosto potrebbero costare all’economia italiana fino a 35 miliardi di euro l’anno. Un impatto paragonabile a quello di una manovra finanziaria. L’Italia rischia grosso: oltre ai colpi diretti sulle esportazioni, si aggiungono gli effetti indiretti legati all’apprezzamento dell’euro, all’instabilità dei mercati e all’aumento dei costi delle materie prime. Lo scenario peggiore riguarda il Sud, mentre la Toscana è meno esposta grazie alla diversificazione. I primi dieci prodotti coprono il 68,5% del valore totale delle esportazioni verso gli Stati Uniti, una quota relativamente contenuta che posiziona la regione al 13esimo posto su 20. I comparti principali coinvolti sono farmaceutica, macchinari e gioielleria, pari ad un valore di esportazioni verso gli Usa di circa 9 miliardi di euro.
La Cisl: “A rischio 18mila posti di lavoro”
La Cisl lancia però l’allarme: la Toscana esporta verso gli Usa il 16% del totale regionale, ben oltre la media nazionale, con un trend in crescita. «La decisione dell’amministrazione Trump ci preoccupa fortemente – afferma Paolo Fantappiè, segretario generale della Uil Toscana – soprattutto in un momento di crisi economica e occupazionale. I dazi andrebbero a sommarsi a situazioni già critiche come quelle che osserviamo nel comparto della moda, con interi distretti a rischio di tenuta occupazionale. Da nostri calcoli si aggiungerebbero agli attuali tagli, ulteriori 18mila posti di lavoro».

«Servono delle azioni rapide ed atte a salvaguardare decine di migliaia di posti di lavoro a rischio, oltre a monitorare efficacemente i settori e la forza occupazionale coinvolta. Per questo motivo – l’appello di Fantappiè - chiediamo l’insediamento di un tavolo permanente di confronto con le istituzioni e le parti datoriali».
Le imprese artigiane: “Guardiamo ad altri mercati”
Uno sguardo più fiducioso arriva dal mondo dell’artigianato, che non nasconde le difficoltà ma punta sull’adattamento. «I dazi saranno un’ulteriore sfida dopo gli aumenti dell’energia e delle materie prime, ma possiamo reagire aprendoci a nuovi mercati, potenzialmente anche più ricchi degli Usa», commenta Marco Costoli, presidente di Confartigianato Toscana Imprese Artistiche e titolare della Same Decorazione di Empoli, azienda specializzata in bicchieri decorati in oro.
La sua impresa guarda già da tempo oltre l’Atlantico: «Esportiamo in Medio Oriente, ma stiamo crescendo anche in Asia e in Africa, dove ci sono paesi con Pil a doppia cifra». L’aumento del prezzo dell’oro – passato da 40 a 90 euro al grammo – pesa, ma non quanto l’ipotesi di una guerra commerciale tra Usa e Ue: «Un dazio fino al 10% potremmo reggerlo, oltre diventerebbe difficile. Ma da qui al primo agosto, tutto può ancora cambiare».