MAURIZIO COSTANZO
Firenze

Piatti della tradizione contro cibo spazzatura? La Toscana patria del gusto nel mondo

Oggi è il giorno dedicato al “junk food” ma la Toscana ribatte con la sua cucina. La classifica del miglior cibo al mondo premia la nostra regione che propone piatti genuini

Firenze, 21 luglio 2025 – Toscana patria del gusto e dei sapori autentici e genuini. E il cibo sano non è solo un piacere per il palato, ma fa bene anche alla salute. È di gran lunga preferibile al cosiddetto ‘cibo spazzatura’, di cui il 21 luglio si celebra l’International Junk Food Day. Una giornata internazionale che invita a riflettere e a moderare il consumo spropositato di questo tipo di alimenti sì gustosi e convenienti, ma anche ad alto contenuto di grassi, zuccheri e sale, che dunque fanno male. La Toscana fortunatamente è una delle regioni in cui si possono trovare e gustare ricette sane e della tradizione. Ma come si posiziona la nostra cucina nel mondo? La risposta a questa domanda ci viene offerta come ogni anno dal portale gastronomico TasteAtlas, che stila una classifica dei "100 Best Food Regions in the World".

Miglior cibo al mondo: la classifica premia la Toscana

Per ciascuna regione sono indicati anche i piatti più buoni da provare, i migliori produttori gourmet e i ristoranti tradizionali più famosi. Ebbene, tre delle prime 10 regioni nella lista 2024/25 sono italiane. E una di queste è proprio la Toscana, che si piazza all’ottavo posto. Tra i piatti più famosi, spiccano come protagonisti la bistecca alla fiorentina, le pappardelle al cinghiale e i pici, un particolare tipo di pasta fatta a mano. La graduatoria prende in considerazione le regioni di tutti e 5 i continenti: questo conferisce ancora più prestigio alle posizioni raggiunte dall'Italia e dalle sue specialità culinarie. Nella graduatoria 2024/25, la Toscana riconferma la posizione che aveva già ottenuto nel report dell’anno precedente e viene valutata con un punteggio di gradimento di 4.36 su 5 secondo i contributors di Tasteatlas.

Centinaia di posti. Tra cucina e cassa
Oggi è la giornata dedicata al "cibo spazzatura": un peccato di gola ogni tanti ci si può concedere, ma con attenzione

Tra i piatti assolutamente da provare sono indicati la bistecca alla fiorentina, le pappardelle al cinghiale, la panzanella e la ribollita. I pici, invece, rientrano tra i prodotti più popolari della regione, insieme al pecorino e al salame toscano. Come dolci si segnalano i famosi cantucci toscani, i bomboloni e i ricciarelli, tipici della zona di Siena. Tutte queste specialità possono essere gustate in alcuni ristoranti iconici citati dall'atlante del gusto, tra i quali l'Osteria dell'Enoteca e la Buca Lapi, locali di Firenze noti per la bistecca alla fiorentina.

Sono indicati anche altri ristoranti sparsi in tutto il territorio regionale, valutati dagli assaggiatori e dai viaggiatori che collaborano con Tasteatlas.

Piatti golosi e sensi di colpa: come godersi l'estate anche a tavola

Gelato, granite, pranzi in riva al mare, cene improvvisate tra amici. L’estate è, per molti, sinonimo di leggerezza e libertà. È il momento in cui i ritmi rallentano, le giornate si allungano e ci si concede finalmente qualcosa in più, anche a tavola. Eppure, proprio nei mesi che dovrebbero essere dedicati al relax e al piacere, capita spesso di avvertire un pensiero ricorrente: “Dovrei davvero mangiarlo?” Non è raro, infatti, che il piacere del cibo venga accompagnato da una sottile ma persistente sensazione di senso di colpa, come se un gelato o una porzione di pasta fuori orario potessero mettere in discussione non solo la forma fisica, ma anche il proprio “valore”. Serenis, piattaforma online per la salute mentale e fisica, si confronta con le sue esperte e fornisce una guida pratica per vivere il cibo in maniera leggera e senza sensi di colpa.

Il cibo come esperienza emotiva, non solo nutrizionale

Durante l’estate, l’alimentazione tende a seguire logiche più istintive e conviviali: si mangia più spesso fuori casa, si interrompono le routine, si sperimentano sapori nuovi. Eppure, questo spazio di libertà può trasformarsi in un terreno fertile per l’autocritica. “L’alimentazione è profondamente connessa alla sfera emotiva e l’estate, con la sua maggiore esposizione sociale e i cambiamenti di abitudini, può far emergere fragilità e insicurezze”, spiega la psicoterapeuta e direttrice della Formazione in Serenis, Martina Migliore. “Molte persone tendono a vivere il cibo come un metro di misura della propria autodisciplina. Concedersi qualcosa di “non previsto” può far emergere emozioni come ansia, colpa o inadeguatezza, minando il benessere mentale”. La chiave, sottolineano gli esperti, è rivedere il modo in cui interpretiamo ciò che mangiamo. Il cibo non è una prova da superare, né una debolezza da contenere: è parte della nostra quotidianità, ma anche della nostra felicità. 

Il punto di vista della nutrizione: ascolto e flessibilità

Mangiare con consapevolezza non significa essere rigidi. Lo ricorda anche la biologa e nutrizionista di Serenis, Milena Frontini, che invita a uscire dalla logica della rinuncia: “Mangiare con piacere non è un errore. L’idea che si debba sempre “compensare” qualcosa che si è mangiato è una narrazione molto diffusa, ma dannosa. In realtà, la salute – fisica e mentale – si costruisce anche grazie a una relazione equilibrata con il cibo, che include il gusto, la varietà e la libertà di scelta”. Secondo la nutrizionista, è importante ascoltare i segnali del corpo, ma anche imparare a distinguere tra fame reale e fame emotiva, senza giudicare entrambi come sbagliati: “A volte mangiamo per nutrirci, altre volte per stare meglio. E va bene così: la chiave sta nel riconoscere il bisogno e rispettarlo, con gentilezza”.

Cinque consigli per vivere il cibo estivo senza sensi di colpa

  1. Ascolta il tuo corpo, non la bilancia. Fame, sazietà, desiderio: sono segnali da accogliere, non da controllare. Imparare ad ascoltarsi è il primo passo per stare bene. 
  2. Non esistono cibi “buoni” o “cattivi”. Evita etichette rigide. Ogni alimento può avere un ruolo, anche quello che consideri un “sfizio”. 
  3. Concediti il piacere senza giustificazioni. Non è necessario “meritare” un gelato. Mangiare qualcosa di buono è già, di per sé, un bisogno legittimo.
  4. Smetti di pensare al cibo come una ricompensa o una punizione. Un pranzo abbondante non richiede “compensazioni”. Equilibrio significa anche sapere che non serve rimediare, ma accogliere.
  5. Coltiva la gentilezza verso te stesso. Il benessere comincia da come ti parli. Evita i giudizi interiori e ricorda che la libertà è anche nel modo in cui vivi i tuoi desideri.