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Cronaca

Scuola, anno nuovo ma problemi vecchi: la denuncia della Cisl Toscana

“Più della metà dei ragazzi fragili rischia ogni anno di vedersi cambiare l’insegnante, con gravi conseguenze sulla continuità didattica e sull’inclusione”. Problemi anche sul fronte Ata e dirigenti reggenti

Manca poco alla prima campanella

Manca poco alla prima campanella

Firenze, 11 settembre 2025 – Conto alla rovescia per la ripartenza della scuola. Lunedì 15 settembre gli studenti torneranno sui banchi, ma per il mondo della scuola toscana il nuovo anno riparte con le stesse criticità di sempre. Lo denuncia la Cisl Scuola Toscana, che in una nota indica tre emergenze non più rinviabili: lo stop alla “supplentite” che colpisce soprattutto il sostegno, la stabilizzazione del personale Ata e la fine delle reggenze che trasformano i presidi in dirigenti a distanza.

Il sindacato punta il dito innanzitutto contro la precarietà cronica che da anni caratterizza il sostegno. “Non si può più parlare di emergenza – scrive la Cisl –. È un dato strutturale che richiede organici stabili”. Secondo il sindacato “in Toscana, a fronte di oltre 20.000 studenti con certificazione di disabilità, il sistema di supporto è in gran parte affidato a personale precario. Su circa 15.600 insegnanti di sostegno necessari, ben oltre 9.000 sono infatti supplenti con contratti a tempo determinato”. Questo significa che più della metà dei ragazzi fragili rischia ogni anno di vedersi cambiare l’insegnante, con gravi conseguenze sulla continuità didattica e sull’inclusione.

Il problema non riguarda soltanto i docenti. Anche il personale amministrativo, tecnico e ausiliario – i cosiddetti Ata – è alle prese con organici insufficienti e posti “in deroga” che si ripetono di anno in anno. “Collaboratori e assistenti non sono figure intercambiabili – sottolinea la Cisl – ma punti di riferimento essenziali per la sicurezza e il benessere degli alunni”. Eppure, a fronte delle richieste delle scuole, l’Usr ha concesso appena un migliaio di posti aggiuntivi, numero giudicato ancora lontano dalle reali necessità.

Terzo fronte aperto, quello dei dirigenti scolastici. La Cisl dice no alle cosiddette “megascuole” nate dal dimensionamento, istituti con più di mille studenti e plessi distribuiti sul territorio, guidati spesso da presidi in reggenza. Una condizione che, secondo il sindacato, priva le scuole di una leadership stabile e di una presenza costante, necessarie per affrontare la complessità della vita scolastica e i delicati percorsi di inclusione.

"Serve un’inversione di rotta – conclude la Cisl –. Basta con la gestione tampone delle emergenze. È il momento di investire in stabilità e risorse, perché solo così si garantiscono il diritto allo studio, la qualità dell’insegnamento e una vera inclusione per tutti”.