LUCIA BIGOZZI
Cronaca

“Strade sicure”. L’appello dei volontari dopo i funerali della strage in A1. E Giorgia Meloni risponde

Il messaggio della premier nel giorno dei funerali di Marco, Giulia e Franco, morti nell’incidente in A1: “Siete l’Italia migliore”. Il governatore della Misericordia: “Dolore enorme, non molliamo”

“Strade sicure”. L’appello dei volontari dopo i funerali della strage in A1. E Giorgia Meloni risponde

Arezzo, 10 agosto 2025 – “Il volontariato è il volto dell’Italia migliore e noi siamo orgogliosi di quella straordinaria rete di solidarietà che quotidianamente garantisce il suo contributo per un’Italia più giusta”, è il pensiero che la premier Giorgia Meloni affida ai social nel giorno delle lacrime. Un pensiero che significa condividere, esserci, partecipare.

Tremila persone dalla Toscana e da mezza Italia hanno partecipato ai funerali dei due soccorritori della Misericordia morti nello schianto in A1
Tremila persone dalla Toscana e da mezza Italia hanno partecipato ai funerali dei due soccorritori della Misericordia morti nello schianto in A1

Ma qui, nello strappo della perdita, c’è un appello, forte. Che risuona, netto, nel silenzio di una piazza che piange e si interroga. Raccoglie e rilancia la domanda che corre di bocca in bocca, nei capannelli di volontari, ancora increduli. Il sindaco di Terranuova Sergio Chienni scandisce il concetto al microfono sul palco della cerimonia funebre. Davanti a lui ci sono le autorità e gli esponenti della politica. “Per favore fate in modo che diventi legge la frenata automatica sui Tir e nelle auto. Non costa niente farlo e salva la vita”. Lo dice pensando alla tragedia piombata sulla sua comunità, così come quel Tir è piombato sull’ambulanza dove Gianni e Giulia stavano trasferendo Franco da un ospedale all’altro. Un servizio come tanti su quel nastro d’asfalto, tra Arezzo e Montevarchi che collega nord e sud del Paese. Ma basta poco, per scatenare l’inferno. Come lunedì alle 11.09 di un giorno d’agosto.

Tremila persone dalla Toscana e da mezza Italia hanno partecipato ai funerali dei due soccorritori della Misericordia morti nello schianto in A1
Tremila persone dalla Toscana e da mezza Italia hanno partecipato ai funerali dei due soccorritori della Misericordia morti nello schianto in A1

L’appello a norme più efficaci sul fronte della sicurezza è lo stesso che la madre di Giulia, ha ripetuto in questi giorni, affinchè il sacrificio della figlia non sia vano. Il viceministro al lavoro e politiche sociali Maria Teresa Bellucci ascolta le parole del sindaco. Il riferimento dio Chienni, seppur non esplicito, corre anche al tema dei temi: la realizzazione della terza corsia proprio nel tratto aretino dell’Autosole, che spesso diventa un “imbuto” dove flussi di traffico sempre più intensi si “imbottigliano”, creando l’effetto a elastico. E quando accadono incidenti, diventa la “lama” che taglia in due l’Italia.

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All’appello di Chienni il viceministro Bellucci risponde subito: “Il governo è qui per dire grazie e per dare un grande abbraccio alle famiglie e a tutti i volontari d’Italia. Da più parti in questi giorni è stato invocata la necessità della terza corsia nel tratto della A1 dove è accaduto l’incidente. La questione viabilità e il lavoro sicuro è una priorità di questo governo. Daremo tutta la nostra attenzione per far sì che si possano percorrere le nostre strade in massima sicurezza”.

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Ma il tema della sicurezza stradale e della terza corsia, torna, ancora più evidente, nelle parole del governatore della Misericordia della cittadina valdarnese. Anche il suo è un appello, accorato, alle autorità. E si fa voce comune dalla piazza dei tremila. “Occorre vigilare sulla sicurezza delle nostre strade. Quel tratto dell’autostrada è noto da tempo per la sua pericolosità, con conseguenze anche drammatiche come nel caso dei nostri soccorritori e del paziente che stavano trasferendo in ambulanza”, scandisce Patrizio Italiano. Applausi, poi rilancia il senso della richiesta: “Noi, gente del soccorso, siamo su quella strada e sulle altre strade tutti i giorni e sappiano cosa vuol dire”.

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Poi si abbandona allo sfogo che racconta non solo il dolore degli uomini e le donne in divisa giallo-celeste, ma anche la rabbia e l’impotenza. “E del resto, lasciatemelo dire: se un Tir carico di pietrisco arriva in cantiere alle 8 o alle 9 cosa cambia? Noi oggi siamo qui a piangere tre vite spezzate. Chi ha la competenza faccia qualcosa, perchè non possiamo più permetterci un’altra tragedia. Va regolamentato il flusso dei camion in quel tratto e bisogna vietare il sorpasso dei camion. Non vogliamo che altre comunità debbano piangere. Ed è il modo più concreto per onorare la memoria di Gianni, Giulia e Franco”.