
Il conducente del Tir sconvolto in ospedale. Le sue immagini al volante scatenano le polemiche. Ma l’ora è diversa e non c’è collegamento con l’incidente. Il filmato è già al vaglio della polizia.
"Sono addolorato per le vittime". Riesce a dire solo poche parole dal letto dell’ospedale dove è ricoverato da lunedì, il giorno della tragedia. Ha 57 anni, vive in Piemonte e lavora per una ditta umbra. Le sue condizioni sono serie, ha varie lesioni, ma non è in pericolo di vita. È stato tirato fuori dalla cabina del tir con una complessa operazione che ha impegnato a lungo i vigili del fuoco. Imprigionato tra le lamiere dell’abitacolo rimasto "appeso" al guard rail alla fine di una carambola paurosa. "L’ho incontrato ieri a Careggi, è stato un colloquio complicato, interrotto più volte dall’intervento dei medici. Lui è sconvolto, non ricorda nulla, mi ha detto di essersi ritrovato in ospedale. E quando ha saputo delle tre vittime ha avuto una crisi, ora è seguito da uno psicologo", racconta Massimo Rabagliati, l’avvocato che lo assiste in quella che si annuncia come una complessa vicenda giudiziaria. Sul web gira un video, rilanciato da numerosi siti online, che risulta postato su Youtube alle 10.49, cioè circa un quarto d’ora prima dell’incidente. Nel video si vede un camionista al volante che guarda più volte in basso a destra. Il video, rilanciato da diverse testate online e canali social, è stato messo agli atti ed è ora al vaglio della polizia stradale che sta portando avanti le indagini. Si dovrà chiarire come e perchè quel video è finito sul web e, sopratutto chi l’ha postato. Nelle immagini il camionista è ritratto mentre ascolta musica anni ‘90 e distoglie più volte lo sguardo dalla strada guardando in basso a destra. Il video è uno degli oltre novecento pubblicati sulla sua pagina YouTube. Ma su questo l’avvocato non si sbilancia e usa prudenza: "Esamineremo quel video, vedremo. Io mi concentro sui fatti e seguo la prassi: l’attività della procura e la nomina dei nostri consulenti che entreranno gradualmente in questo caso per gli accertamenti necessari". Quel video è ora sotto la lente degli uomini della polizia stradale che indaga sull’incidente in A1. Un ulteriore elemento che si aggiunge a quelli raccolti in questi giorni. È chiaro che - almeno al momento - non c’è nessuna correlazione tra quel video e le cause del terribile schianto, sia per l’orario riportato sul filmato, sia per l’individuazione del luogo. Ma certo, dalle immagini si nota l’autista che guarda la strada, poi abbassa lo sguardo più volte. Cosa sta osservando e perchè? Non solo: si cerca di capire anche come quella registrazione sia finita sul web. Anche perchè non potrebbe essere stato lo stesso camionista in quanto il video pubblicato su YouTube è datato 4 agosto 2025, ovvero lo stesso giorno dello schianto. "Lo esamineremo", ripete l’avvocato Rabagliati.
Secondo una prima ricostruzione che collima con le testimonianze degli automobilisti che procedevano nella tessa direzione di marcia - corsia nord del tratto tra Arezzo e il Valdarno - il Tir è piombato sulla colonna di veicoli che procedevano in maniera rallentata lungo la corsia nord dell’Autosole. "Non ha fatto in tempo a frenare, ce lo siamo visto passare avanti sulla destra mentre noi procedevamo a velocità ridotta sulla corsia di sorpasso" dice un automobilista che ha assistito alla scena. Nell’impatto il tir che trasportava un carico di ghiaia, ha schiacciato l’ambulanza contro un altro autoarticolato che la precedeva e si è poi intraversato sulla carreggiata. A bordo del mezzo di soccorso viaggiavano i due volontari della Misericordia - Gianni Trappolini e Giulia Santoni - e Franco Lovari il paziente che stavano trasferendo dal San Donato all’ospedale del Valdarno. Ieri il pool di medici legali guidati dal professor Gabbrielli hanno eseguito l’autopsia sulle salme, disposta dalla procura per fare piena luce sulle cause della morte. Da quanto filtra, Giulia, Gianni e Franco sono morti pressochè all’istante, non si sarebbero accorti di nulla: un istante, un clic, la luce che si spegne. Poi il buio.