CLAUDIO ROSELLI
Cronaca

Tratos, solidarietà delle ore. I colleghi donano tempo a chi assiste i familiari: c’è l’accordo sindacale

Nasce una rete di collegamento tra l’azienda e tutti i dipendenti del gruppo. Un prototipo inedito e che potrebbe entrare negli accordi interni di altre aziende. .

Albano Bragagni, presidente di Tratos, con i figli Elisabetta ed Ennio

Albano Bragagni, presidente di Tratos, con i figli Elisabetta ed Ennio

di Claudio Roselli

Hai bisogno di ore o di un giorno per stare vicino a un familiare che ha bisogno? Nessun problema: a prestarti il tempo necessario provvede il collega di lavoro. Come? Attraverso la "banca ore solidale" e il singolare accordo che è stato sottoscritto fra la Filctem Cgil e la prestigiosa azienda Tratos, leader su scala internazionale nella produzione di cavi in fibra ottica e per alta tensione. "Con enorme soddisfazione, in un momento nel quale i tanti problemi a livello mondiale mettono in crisi diversi settori da noi rappresentati – dichiara Elisa Calori, segretaria provinciale aretina di Filctem Cgil – divulghiamo la bella notizia: con questo meccanismo, la cessione volontaria di ore o giornate di ferie pregresse ed eccedenti rispetto a quelle necessarie e previste per legge, sarà possibile nei confronti di lavoratori che, loro malgrado, devono assistere i propri cari. Non è previsto contrattualmente, ma vi sono solo delle linee guida e pertanto, non essendo obbligatorio, non è un accordo per niente banale quello raggiunto nella storica realtà imprenditoriale di Pieve, caratterizzata da virtuosismo anche in questo aspetto". Tratos è di conseguenza anche una fra le aziende più importanti della Valtiberina: fondata nel 1966 da Egidio Capaccini, ha saputo crescere mantenendo un forte legame con la comunità locale e trasformando un piccolo stabilimento in una realtà industriale globale.

Con sedi operative anche nel Regno Unito, in Germania e in Spagna e la presenza in oltre 50 Paesi, Tratos rappresenta oggi un prototipo di impresa italiana che esporta know-how e qualità nel mondo. Alla guida c’è oramai da tempo l’ingegner Albano Bragagni (per 29 anni anche sindaco di Pieve), presidente e responsabile delle operazioni globali di Tratos, che ha preso in mano l’azienda ancora molto giovane, negli anni ’70 – lui ne aveva 23 – dopo la scomparsa di Capaccini, che era suo suocero. Fin da subito, Bragagni ha continuato a imprimere una visione strategica, innovativa e internazionale, trasformando Tratos in un punto di riferimento mondiale nella produzione di cavi di alta qualità. Il suo impegno è stato riconosciuto pubblicamente: è stato insignito tra i migliori imprenditori della provincia di Arezzo, non solo per i risultati economici, ma per l’impatto positivo sul territorio e per la profonda attenzione alle persone e alla comunità. Sin dalle origini, l’azienda si è distinta per essere vicina e rispettosa dei bisogni dei propri lavoratori e lavoratrici, promuovendo un ambiente inclusivo e sostenendo l’integrazione del lavoro femminile, oggi sempre più centrale per le nuove generazioni. Questo approccio è stato tramandato alle nuove generazioni, affinché l’impegno del padre non si disperda con il ricambio generazionale.

"Come sindacato – sottolinea ancora la segretaria Calori – notiamo con piacere un allargamento delle assunzioni rivolto alla platea femminile, che viene accolta e valorizzata in un ambiente storicamente a prevalente manodopera maschile, ma sempre più attento alla parità e al benessere condiviso".

Con le ultime acquisizioni, Tratos è passata da circa 380 a quasi 650 dipendenti, segnando una crescita occupazionale alquanto significativa. Non solo: nel rapporto fra numero di dipendenti e popolazione locale, risulta che praticamente un pievano su 10 lavora in questa azienda: roba da record.