CRISTINA CRISCI
Cronaca

Muore dopo le cure in ospedale: rimandato a casa con una lacerazione

La Usl 1 è stata condannata anche dalla Corte d’Appello a pagare un milione dei euro alla famiglia

L’uomo era seguito dall’ospedale di Città di Castello

L’uomo era seguito dall’ospedale di Città di Castello

Città di Castello, 8 agosto 2025 – Era stato sottoposto a un intervento chirurgico, ma nelle successive cure qualcosa è andato storto e l’anziano paziente viene rimandato a casa con una lacerazione che, tre giorni dopo, lo ha portato alla morte. 

La Usl Umbria 1 è stata condannata a pagare quasi un milione ai familiari anche dalla Corte d’Appello. La vicenda riguarda un uomo di 75 anni residente a Perugia che si era operato all’ospedale di Città di Castello nel novembre del 2011 per una uretrotomia endoscopica.

L’intervento era riuscito e il paziente dimesso con la prescrizione di sottoporsi a un ciclo di dieci “dilatazioni uretrali”, da effettuare sempre nella struttura tifernate. Il 75enne si era dunque sottoposto alle cure prescritte, ma giunto al nono appuntamento, il 27 dicembre del 2011, qualcosa non è andato per il verso giusto e tre giorni dopo l’uomo è morto. Secondo quanto emerso dalle perizie e dai certificati prodotti in tribunale, nel corso di quella seduta, il personale medico avrebbe sbagliato la manovra di dilatazione, provocando “una lacerazione all’uretra del paziente con abbondante sanguinamento”.

L’operatore sanitario a fronte del sanguinamento avrebbe sospeso la manovra e rimandato il 75enne a casa, senza provvedere al ricovero in ospedale e al monitoraggio della situazione come invece era giusto fare. Nelle ore successive il paziente aveva iniziato ad accusare dolori acuti, impossibilità a urinare, fino alla perdita di conoscenza e al coma. I familiari lo trasportano d’urgenza al Santa Maria della Misericordia di Perugia, dove viene ricoverato con la diagnosi di “shock settico in corso di urosepsi”. Dopo tre giorni, il 30 dicembre del 2011 nel reparto di rianimazione dov’era stato trasferito in gravissime condizioni, l’uomo muore. Ma i familiari vogliono vederci chiaro e chiedono giustizia.

All’ospedale di Città di Castello vengono richieste le cartelle cliniche e i diari infermieristici, ma la richiesta resta inevasa. Coniuge, i figli e i nipoti della vittima - tramite gli avvocati Fabrizio e Silvia Ceppi - hanno dunque citato in giudizio l’ospedale per la condanna al risarcimento dei danni. Il tribunale di Perugia con una prima sentenza emessa nel giugno 2023 aveva condannato la Asl Umbria 1 “per incongrua e negligente esecuzione nella nona dilatazione uretrale…” al risarcimento del danno non patrimoniale per una somma complessiva di circa 900 mila euro. La sentenza è stata confermata anche in Corte d’Appello a Perugia con il dispositivo emesso nei primi giorni di luglio 2025 per “danno da perdita del rapporto parentale e danno biologico”.

Cristina Crisci