
I rilievi nell'appartamento a Rufina dove Lorenzo Innocenti ha ucciso con 24 coltellate la compagna e madre di suo figlio, Eleonora Guidi (Foto Germogli)
Firenze, 6 giugno 2025 – Quando gli è stato detto dai due periti nominati dalla procura di Firenze che la compagna Eleonora Guidi è morta ed è stata lui a ucciderla, Lorenzo Innocenti ha manifestato smarrimento e incredulità. Ma nessuna partecipazione emotiva. “Mi dispiace”, ha ripetuto più volte. Non sa come, né il perché. I ricordi di quell’8 febbraio scorso, quando nella sua abitazione di via Cesare Pavese a Rufina ha ucciso con 24 coltellate la compagna e madre di suo figlio, Eleonora Guidi, e poi ha tentato il suicidio gettandosi dal balcone al secondo piano della palazzina, sono annebbiati. Non ha coscienza, e tantomeno percezione, della gravità dei suoi gesti. Riguardo al motivo dell’attuale ricovero riferisce: “Mi avranno fatto l’operazione per l’incidente sugli sci”. Mentre su tutto il resto, confusamente, chiosa: “Mi dispiace, mi sembra strano... Non sono il tipo che fa queste cose… Non ricordo niente di questi fatti”.
“Deficit cognitivi” e una “marcata espressione delle emozioni”, che secondo i periti Rolando Paterniti e Antonella Notarelli gli impediscono (momentaneamente) di stare in giudizio. È quanto ribadito anche ieri durante l’incidente probatorio di fronte al giudice Alessandro Moneti, al pm titolare dell’indagine, Ornella Galeotti, e gli avvocati Patrizio Fioravanti (che assiste Innocenti), Jacopo Piccioli e Mario Taddeucci Sassolini (che assistono i familiari della vittima). Durante l’udienza sono stati illustrati i risultati dei colloqui avuti con Innocenti, attualmente ricoverato al Don Gnocchi, evidenziando come “la sfera cognitiva” del 37enne architetto “risulta alterata nelle aree della memoria e della programmazione delle proprie azioni e dell’anticipazione delle loro probabili conseguenze”.
Per questi motivi, i due psichiatri – accompagnanti in entrambi gli incontri dal consulente di parte, il dottor Franco Scarpa – hanno decretato che ad oggi per lui non è “possibile partecipare attivamente al processo a suo carico”. Lasciando però intendere che ci sarà bisogno di una “rivalutazione delle condizioni psicopatologighe” tra alcuni mesi. Considerando il miglioramento conseguito nel corso dei mesi e raggiunto anche senza assumere la terapia farmacologica consigliata (che fin dall’inizio Innocenti ha rifiutato).
Tutto rimandato. Anche la decisione del giudice Moneti, che ieri si è riservato e, nei prossimi giorni, deciderà se il 37enne è in grado o meno di stare davanti alla sbarra. Altro nodo spinoso quello delle misure cautelari. Oggi su Innocenti non pende nessun provvedimento di sicurezza, ma visto il recupero delle condizioni fisiche (ora è autonomo nelle attività quotidiane), le dimissioni dal Don Gnocchi non sembrano essere così lontane. Gli arresti domiciliari non sono ipotizzabili: la procura cerca una struttura in grado di sorvegliarlo e tutelare la sua salute.