
Sono duecento le aziende del distretto orafo aretino alla fiera di Vicenza
C’è la scure dei dazi, ma c’è anche il prezzo dell’oro che sale e scende sull’altalena delle quotazioni. E dalla Turchia la tassa sui semilavorati importati completa un quadro "pesante" per l’oro aretino che tuttavia tiene rispetto all’onda d’urto che ha attraversato l’anno, dopo una cavalcata senza ostacoli nel post Covid. Sono duecento le aziende del distretto aretino a Vicenza, la fiera internazionale che apre la stagione del calendario annuale e misura il polso dei mercati nell’ultimo scorcio dell’anno, quello più strategico per chiudere i bilanci col segno più. Tuttavia non è tutto oro quel che riluce perchè tra gli stand regna la prudenza che va a braccetto con l’ottimismo che spinge ogni imprenditore. Prudenza che arriva dai buyers, arrivati a Vicenza con qualche defezione nel "gruppone" di ogni edizione. "Si notano meno presenze rispetto allo scorso anno anche se considerato tutte le variabili che hanno condizionato l’andamento degli affari in questo anno così complesso, sta andando meglio di quanto pensavamo alla vigilia", commenta Giordana Giordini, al timone della sezione Orafi di Confindustria. E aggiunge: "I buyer sono interessati ma si muovono con cautela, gli ordini ci sono ma almeno per il momento non con numeri da capogiro".
Ma gli imprenditori del distretto orafo più grande d’Europa e il primo a livello nazionale per fatturati e produzione, hanno un asso nella manica: quello che da sempre contraddistingue la produzione di gioielli e oreficeria aretina e che resiste a ogni scossone di mercati i congiunture ostili: è la qualità. Giordini conferma: "Il made in Italy tiene, e ciò che premia il nostro lavoro e attrae i compratori è la qualità del prodotto. Chi lavora bene, investe in innovazione e creatività, nuove galvaniche e nuovi macchinari, anche in un momento difficile come questo ottiene risultati. Qui il clima è positivo, gli imprenditori hanno apprezzato anche la data della fiera, a inizio mese, in modo da consentire la ripresa del lavoro anche alle aziende che erano rimaste senza ordini. Poi tra lunedi e martedì tireremo le somme".
Già, le somme di Vicenzaoro. Che valgono molto nei tre mesi che precedono il Natale e possono segnare il rilancio della produttività dopo la fase di rallentamento. Oppure confermare l’empasse.
Lucia Bigozzi