
Mauro Benvenuto, presidente degli orafi Cna Arezzo e Toscana, nonché presidente della consulta orafa aretina ha fatto il punto sul settore alla vigilia dell’inizio della fiera internazionale dedicata al gioiello
Arezzo, 5 settembre 2025 – Da oggi
al 9 settembre si apre a Vicenza la più importante fiera internazionale dedicata al gioiello, un palcoscenico che richiama buyer da tutto il mondo e che rappresenta da sempre un banco di prova decisivo per le aziende orafe. Il distretto aretino sarà protagonista con numeri da record: 48 aziende parteciperanno all’interno degli stand Cna. Un segnale di vitalità, pur in un contesto non facile.A fare il punto è Mauro Benvenuto, presidente degli orafi Cna Arezzo e Toscana, nonché presidente della consulta orafa aretina. Presidente Benvenuto, la parola d’ordine sembra essere “diversificazione”.
È davvero la chiave?
“Facile pronunciare la parola, ma più complicato tradurla in azione. Aprire nuovi mercati richiede tempo, investimenti, conoscenza dell’ambiente in cui ti inserisci. Non è mai un percorso immediato. Inoltre, resta sempre l’incognita di capire quanto quei mercati possano assorbire. Per questo, pur guardando altrove, non possiamo dimenticare i mercati classici che, però, oggi sono in affanno: dazi, guerre e prezzi dei metalli incidono pesantemente”.
E verso quali orizzonti guarda il distretto aretino?
“Sicuramente ai Paesi del Nord Africa, che presentano prospettive interessanti, e alla stessa Europa, che rimane un mercato strategico e vicino. Non dobbiamo però illuderci: si tratta di percorsi lunghi, che richiedono costanza e pazienza”.
Come descriverebbe lo stato di salute del comparto in questo momento?
“Direi che il quadro è preoccupante. Negli ultimi anni molte aziende avevano investito e assunto personale, ma oggi gli ordinativi si sono ridotti e la gestione è diventata più difficile. Alcune realtà hanno già fatto ricorso alla cassa integrazione: fortunatamente questo strumento esiste e permette di tamponare le difficoltà. Per ora non ci sono rischi concreti di chiusure, anche perché le imprese più solide hanno saputo accantonare risorse nei periodi positivi. Ma non possiamo nascondere la tensione”.
Il nodo delle materie prime pesa molto...
“Assolutamente sì. L’oro ha sfiorato i 100 euro al grammo, l’argento è salito a 1,20 euro. Aumenti di questa portata si ripercuotono inevitabilmente sul mercato, con un calo degli acquisti. Se a questo aggiungiamo i problemi legati ai dazi e alle guerre, il quadro diventa complesso. La nostra città vive anche della lavorazione dell’argento, che in passato era una forza aggiuntiva, ma oggi sconta anch’essa i rialzi”.
VicenzaOro resta comunque una vetrina internazionale di primissimo piano. “Sì, è la fiera con il respiro più internazionale al mondo. Permette di incontrare buyer da ogni continente, di stringere rapporti e di sondare concretamente l’andamento del settore. Poi capiremo la reale voglia e possibilità di comprare, ma è certo che VicenzaOro resta un’occasione unica”.
In definitiva, che messaggio vuole dare alle aziende e al comparto?
“Il nostro settore è in affanno, ma non deve arrendersi. Le difficoltà sono tante, ma altrettanto forte è la determinazione degli imprenditori aretini. Partecipare alle fiere, cercare nuove strade e difendere i mercati tradizionali è l’unico modo per restare competitivi. Mai abbassare la guardia e mai smettere di crederci”.