
Giordana Giordini: da novembre sarà presidente di Confindustria Toscana Sud
La signora dell’oro sarà la prima donna a guidare Confindustria Toscana Sud, l’organizzazione che riunisce le imprese di Arezzo, Siena e Grosseto. Il consiglio generale ha designato l’imprenditrice orafa Giordana Giordini come presidente. Entrerà ufficialmente in carica a novembre, durante l’assemblea generale con il passaggio di consegne con l’attuale presidente Fabrizio Bernini. Una staffetta tutta aretina in un contesto economico complesso in cui le imprese chiedono sostegno concreto, visione e capacità di rappresentanza.
Accanto alla presidente designata ci saranno due vice: il presidente di Confindustria Siena Marco Busini e il numero 1 grossetano Andrea Fratoni.
Un assetto che segna l’avvio di una nuova fase per l’associazione e che si propone di rafforzare la collaborazione tra i tre territori. Giordini, titolare dell’azienda di famiglia a Pieve al Toppo, resta anche presidente degli orafi di Confindustria.
Presidente Giordini, che effetto le fa questa designazione? "Sono felice, onorata e commossa. È un incarico che vivo con grande responsabilità. Ringrazio chi ha creduto in me: guidare una territoriale importante come Confindustria Toscana Sud è una sfida che affronterò con determinazione, cercando di dare continuità al lavoro di Fabrizio Bernini".
Quali sono le priorità del suo mandato? "Il programma sarà definito insieme al consiglio di presidenza, ma le linee guida sono chiare: infrastrutture, credito e finanza per la crescita delle aziende, sostegno concreto in una fase economica complessa. Poi la formazione, con la collaborazione di scuole e università, e la presenza attiva nelle partecipate strategiche. Infine, un dialogo continuo con la Regione per portare avanti le istanze delle imprese".
Cosa significa oggi parlare di infrastrutture per il territorio? "Significa dare alle aziende la possibilità di muoversi e crescere. L’autostrada è spesso un’incognita, con i cantieri della terza corsia che rallentano i collegamenti. Il mondo corre e dobbiamo correre anche noi".
Il suo settore, quello dell’oro, come sopravvive ai dazi e alle tensioni internazionali? "Dalla fiera di Vicenza sono arrivati buoni segnali ma con il mercato statunitense e turco fermi e quello degli Emirati in frenata, saranno sicuramente momenti difficili da affrontare".
Qual è il messaggio che vuole dare agli imprenditori in questa fase di transizione? "Che non sono soli. Confindustria deve essere un punto di riferimento, un luogo in cui le imprese si sentono ascoltate e sostenute. Ci aspettano anni difficili, ma anche carichi di opportunità. Dobbiamo affrontarli con realismo, unità e visione".