
Ventiquattro le persone indagate e sei aziende coinvolte: ieri la prima udienza preliminare
Il 3 ottobre si entrerà finalmente nel vivo del processo Keu. L’ultima eccezione dei rappresentati della difesa è stata respinta nell’udienza di ieri al Tribunale di Firenze davanti al giudice per l’udienza preliminare Gianluca Mancuso. Nella stessa occasione, quattro dei ventiquattro indagati e sei aziende coinvolti nel processo, di cui la Procura indicava il rinvio a giudizio, hanno chiesto il rito abbreviato.
Si tratta di Luca Benvenuti, Claudio Fagioli, Mario Guidelli e Francesca Tartamella. Il giudizio abbreviato è un procedimento speciale previsto dall’ordinamento che prevede il salto della fase dibattimentale, con la decisione nelle mani del gup. In caso di condanna, all’imputato verrà riconosciuta una riduzione di pena pari a un terzo.
Coloro che hanno fatto richiesta del processo "breve" fanno parte del cosiddetto "filone aretino" dell’inchiesta, nel quale viene per esempio contestato alla Chimet la classificazione delle scorie conferite come rifiuto non pericoloso.
"Riteniamo che esistano tutti gli elementi in grado di consentirci di risolvere favorevolmente questa situazione - hanno dichiarato gli avvocati della difesa a margine dell’udienza - Abbiamo chiesto il rito abbreviato perché siamo convinti che nel fascicolo, grazie ai contributi forniti con le nostre relazioni tecniche, ci siano tutti gli elementi per arrivare ad una sentenza di assoluzione".
Il mese prossimo, dunque, la parola spetterà alla pubblico ministero Christine von Borries e alle parti civili. La lunghissima udienza preliminare, iniziata nell’aprile 2024, è stata prima bloccata dalla riforma dell’abuso d’ufficio, tra i reati contestati nell’inchiesta, poi dalle numerose eccezioni presentati dai legali degli imputati.
Il 17 ottobre sarà invece la volta di tutti coloro che non hanno chiesto il rito abbreviato, mentre il 31 ottobre si terrà la discussione dei responsabili civili. Per gli abbreviati, la sentenza potrebbe arrivare già a fine ottobre, per gli altri le alternative in campo sono l’archiviazione del procedimento oppure il rinvio a giudizio. L’udienza aperta vede contestati i reati, tra gli altri, di inquinamento ambientale, traffico di rifiuti pericolosi e associazione a delinquere aggravata dall’agevolazione mafiosa.
Questi sono, a vario titolo, alcuni dei reati contestati dalla Dda di Firenze, che nel filone processuale ha chiesto il rinvio a giudizio per 24 persone e sei aziende. Era contestato ad alcune posizioni anche il reato di abuso d’ufficio, ma la Corte Costituzionale ha stabilito che non è incostituzionale l’abrogazione dell’abuso d’ufficio, riferendosi alla cosiddetta riforma Nordio approvata lo scorso anno. L’indagine keu, sullo smaltimento illecito degli scarti delle concerie, divenne di dominio pubblico nell’aprile 2021 e nelle carte dell’inchiesta sono 13 i siti ritenuti inquinati in tutta la Toscana. Il commissario unico per la bonifica delle discariche e dei siti contaminati, il generale Giuseppe Vadalà, negli scorsi mesi aveva puntato i riflettori sui siti inquinati nel territorio di Bucine, e in particolar modo sull’impianto della Lerose Srl, durante un’audizione di fronte alla Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su altri illeciti ambientali e agroalimentari. Qui sarebbero state riscontrate grandi masse di keu e vi sarebbero confluiti anche gli smaltimenti illeciti provenienti dalle ditte orafe di Arezzo.
Le operazioni di bonifica all’interno del sito di Bucine saranno molto complesse, perché sono stati rinvenuti numerosi cumuli di rifiuti interrati. L’idea è quella di creare un involucro che possa contenerli, in modo tale da tutelare l’integrità della falda acquifera dall’azione degli agenti inquinanti.