GAIA PARRINI
Cronaca

Turismo, le criticità nel settore: “Manca personale formato e il tempo per prepararlo”

Sempre attuale la difficoltà di reperire dipendenti tra negozi, alberghi e ristoranti: “Dobbiamo motivare le nuove generazioni con l’aiuto di famiglie e scuole”

Un turismo alimentato negli ultimi tempi da prenotazioni last minute e presenze solo nel weekend

Un turismo alimentato negli ultimi tempi da prenotazioni last minute e presenze solo nel weekend

Versilia, 1 agosto 2025 – Un turismo fatto di onde, ombrelloni e spiagge. Di passeggiate sul lungomare e tra le strade del centro storico. Un turismo, come afferma Piero Bertolani, presidente di Confcommercio Viareggio e Versilia, prettamente balneare, che, però, “non basta più a sostenere l’indotto di attività che devono sopravvivere tutto l’anno”. E anche un turismo, alimentato negli ultimi tempi da prenotazioni last minute e presenze solo nel weekend, cambiato anche nel modo di cercare e trovare, difficilmente, come capitato spesso negli ultimi anni, risorse umane e personale qualificato. Tra le sale dei ristoranti, tra le camere degli alberghi e tra i camerini dei negozi.

“Prima bastava mettere un annuncio e si presentavano in 100, tra studenti e ragazzi che d’estate volevano arrotondare - commenta Bertolani, anche titolari di svariati negozi di abbigliamento della zona - Ora non c’è più interesse, ed è difficile sì trovare personale qualificato, ma anche chi è all’inizio e vuole imparare un mestiere. Nel caso dei negozi di abbigliamento è difficile anche che venga pensato come un vero lavoro, e questo perché non esiste una scuola specializzata adibita, che insegni la psicologia e la merceologia dello stare in negozio, e questo grava sulle attività e sul titolare che deve formare il personale. E per farlo ci vuole tempo”. “È come un cane che si morde la coda - continua Francesco Giannerini, presidente di Confesercenti di Viareggio - Perché si cerca personale qualificato nei mesi fondamentali, da giugno a settembre, ma chi è professionista cerca un lavoro annuale, non di pochi mesi, e chi invece non lo è, come i giovani, non sono disponibili, per la scuola, fino a metà giugno. Purtroppo la realtà della zona è questa, con strutture ricettive, per esempio, che lavorano prettamente in questi mesi, nonostante abbiamo provato a protrarre o anticipre la stagione. Ma i costi sono talmente elevati e proibitivi che è impossibile rimanere aperti senza un turismo vero e forte anche nei mesi invernali”.

Un problema che, appunto, si fa sentire anche tra le stanze e i corridoi degli hotel della zona, dove “risulta meno difficile rispetto ad anni fa, ma rimane sempre un problema - racconta Maria Bracciotti, presidente di Federalberghi di Lido di Camaiore - Soprattutto per quanto riguarda risorse umane qualificate, con una storia professionale significativa, per offrire un servizio di lavoro che sia al meglio. E questo è un problema relativo anche alla brevità della stagione, perché non c’è abbastanza tempo per formarli. E legato, nel caso di personale proveniente da fuori, al trovare loro un alloggio: ora gli hotel non possono avere 15 posti letto per chi viene a lavorare da fuori, mentre negli anni ’80 avevano dependance e, prima, il personale poteva prendersi un affitto vicino, mentre ora, visti i costi, non può più permetterselo”.

Una difficoltà, quella di trovare personale qualificato, tra coloro ancora disponibili, e di trovare il tempo e i mezzi, che si lega anche a un cambiamento di visioni, necessità e priorità, a partire da chi, forse per la prima volta, si affaccia al mondo del lavoro.

“Le nuove generazioni danno maggior valore al tempo libero, perché mediamente riescono a trovare altri fondi di reddito e l’ottica viene spostata da un ipotetico lavoro senza garanzie al tempo libero - commenta Leonardo Conti, titolare del ristorante “Trinchetto“ - È un problema che riguarda Il settore della ristorazione, per quanto io non abbia problemi perché lavoro da anni con lo stesso personale, ma anche altri. Ma manca inoltre, oltre ai corsi di formazione, anche una riqualifica delle scuole tecniche e professionali, insegnando un mestiere, cui si aggiunge il fatto che i giovani non vogliono più fare la gavetta”. “Non c’è più volontà per una serie di motivi e per un cambiamento della mentalità e della cultura che entra nel quotidiano delle famiglie e dei giovani - conclude Bracciotti - Bisogna lavorarci perché abbiamo sempre cercato di formare nuove generazioni, motivarle e includerle. Ma per questo serve anche la cooperazione delle famiglie e delle scuole, perché una zona come la nostra deve progettare il futuro in questa maniera”.