
L’Ad di Azimut Benetti, Marco Valle, insieme alla presidente Giovanna Vitelli
Il varo dell’Azimut Grande 30 metri, è stata l’occasione per parlare con l’amministratore delegato del gruppo Azimut Benetti, Marco Valle. Il manager triestino da trent’anni in azienda, è stato ed è uno dei maggiori protagonisti dei successi dell’azienda della famiglia Vitelli.
Valle, qual è la situazione ad oggi del vostro gruppo a fronte del ridimensionamento della crescita per barche dai 13 ai 44 metri rispetto agli anni precedenti?
"Noi abbiamo un nostro portafoglio ordini di circa 2 miliardi a valere sul nuovo anno nautico e stiamo lavorando per le consegne 2026 e oltre".
E il nuovo cantiere a Massa?
"Abbiano fatto un nuovo polo della vetroresina di proprietà aziendale che tra capannone, macchina del taglio, verniciatura e varie, sommerà a 12 milioni di investimento. Era assolutamente necessario perché a Viareggio, come sappiamo da tempo, non abbiamo più spazi operativi dove allargarci, visti i numerosi impegni presi grazie alle vendite in tutto il mondo. Noi abbiamo una rete di sessanta concessionari oltre ai vari broker che ci assicurano un flusso di ordini molto importante e che dobbiamo riuscire a soddisfare nei tempi contrattuali. Ovvio che cerchiamo sempre nuovi luoghi dove lavorare, e lo vorremmo fare a Viareggio".
Avete già pianificato un rinnovamento dei siti locali?
"Certamente. Qui alla Lusben, che fa parte del nostro gruppo, e negli altri capannoni operativi abbiamo un impegno importante per oltre 20 milioni di euro che permetterà, al termine dei lavori, una ristrutturazione efficace degli spazi e nuovi lavori per ottimizzare l’area. Nuovi uffici, nuove macchine, nuovi spazi ricavati all’interno del piazzale per potere lavorare al massimo delle possibilità. Certamente avremmo fatto a meno di costruire a Massa i nuovi impianti se fosse stato possibile farli qui".
Ma i capannoni a Bicchio non sono sufficienti per ospitare nuove barche?
"No. Non bastano perché le richieste sono molte e lì siamo già al completo. Pensiamo, noi come altri, allo spazio lasciato libero nel vecchio mercato ittico, ma nonostante le nostre richieste purtroppo non ci sono risposte dagli enti interessati. E’ un tema vecchio che si ripresenta spesso. Peccato perché vorremmo espanderci sempre a Viareggio, che rappresenta il nodo strategico per il nostro gruppo".
E ora il nodo dazi americani. Come siete posizionati su questo grave problema?
"Guardi, per quanto ne so, ad oggi siamo al 15%. La preoccupazione è per le barche fino ai 70-80 piedi cioè fino ai 21- 24 metri. Qui si avranno difficoltà se saranno confermati per il preciso prodotto. A breve termine si avrà una recessione indubbia sugli ordini. Per le barche sopra i 24 metri l’effetto sarà di parziale blocco, mentre a tempo debito la domanda continuerà, conoscendo a fondo il mercato Usa che rimane il nostro più importante. Nei mesi scorsi, appena avute notizie sui nuovi dazi, abbiamo provveduto a spedire negli Stati Uniti trenta imbarcazioni, per un controvalore di circa 120 milioni di euro, coprendo in anticipo gli ordinativi. E poi le barche più grandi continueranno ad avere bandiera extra Usa e non saranno interessate da questa novità". Nel rank 2025 dei più importanti costruttori di imbarcazioni e navi da diporto, Azimut Benetti si conferma primo assoluto nell’esercizio 2023-24 con ben 1,3 miliardi di fatturato (più 55% negli ultimi 4 anni) e con consegne già previste negli anni 2026-27.
Walter Strata